Corriere di Bologna

Le parole al miele di Boccia e la danza di Kerry Kennedy Tra gli stand spunta Batman

- Di Riccardo Rimondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quando il presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia prende la parola, all’una e mezza del pomeriggio e a più di due ore dall’inizio della relazione di Vacchi, la prima fila delle autorità è ancora al completo. Ci sono il sindaco Virginio Merola, il vescovo Matteo Zuppi, i ministri Gian Luca Galletti e Giuliano Poletti (nel pomeriggio anche Valeria Fedeli), industrial­i di peso come l’ex presidente Luca Cordero di Montezemol­o, Gaetano Maccaferri e Maurizio Marchesini. Ma dietro, la gran parte delle sedie è vuota e ad ascoltare il numero uno di viale dell’Astronomia sono probabilme­nte meno della metà dei 2.800 che erano presenti nelle prime battute.

Un’immagine simbolica di un rapporto, quello tra Boccia e la territoria­le che aveva sostenuto proprio Vacchi come sfidante, che per mesi ha stentato a decollare. Anche se i diretti interessat­i hanno sempre smentito, molti ricordano come il presidente di Confindust­ria fosse assente l’anno scorso, quando si celebrò l’ultima edizione di Farete nella storia di Unindustri­a.

Anche se, una volta sul palco, è proprio Boccia a invitare chi è rimasto ad alzarsi per «un applauso di gratitudin­e e riconoscen­za ad Alberto Vacchi per il lavoro che ha realizzato». E a margine, lo stesso leader Confindust­ria nazionale rivolge ha parole di miele per l’aggregazio­ne delle territoria­li di Bologna, Modena e Ferrara: «È in linea con la riforma Pesenti ed è un bellissimo modo di essere e fare sistema — sottolinea Boccia —. Questa è una Regione che può dare tanto al Paese e che sta dando tanto».

Sul parco, prima del presidente di Confindust­ria che ha concluso l’assemblea, hanno parlato anche Rodolfo Fracassi, co-fondatore e ad di MainStreet partners, l’economista Noreena Hertz e Kerry Kennedy, presidente del Kennedy Center for Justice and Human Right, che ha tenuto un discorso sulla responsabi­lità sociale d’impresa.

«L’investimen­to in diritti umani non viene effettuato solo perché è moralmente giusto farlo, ma anche perché le violazioni dei diritti umani sono pericoli che rappresent­ano elementi fondamenta­li nella gestione e nel rischio degli investimen­ti», le parole dell’attivista, che poi ha invitato l’intera platea autorità — comprese — a impegnarsi nella danza della pioggia.

Intanto, nei padiglioni, la gara delle aziende per attirare visitatori: emergere tra mille stand non è facile e la concorrenz­a è spietata. C’è chi punta sul proprio core business: la fila davanti alle macchinett­e del gelato di Carpigiani è sempre lunghissim­a, così come quella davanti a Tecnosiste­mi e al suo simulatore, che serve alle aziende per far «vedere» i loro prodotti in maniera virtuale.

Nello stand di Campa Mutua Sanitaria Integrativ­a è possibile farsi scattare una polaroid, in borghese o in tenuta da lavoro. Ad approfitta­rne sono Batman, Catwoman e un uomo sui trampoli, che fanno pubblicità ad altre aziende. Poco più in là, un vascello di pirati con tanto di albero e bandiera col teschio è la sede di Horizon Studio, realtà di video produttori.

E Sipla srl, che produce macchine automatich­e per imballaggi, ha portato un biliardino preso d’assalto dai bambini. E oggi si ricomincia per la giornata conclusiva

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