Corriere di Bologna

Il pontefice: «Caffarra ha amato la Chiesa» L’omaggio della città alla camera ardente

Il telegramma di Francesco a Zuppi: «Tristezza per la sua scomparsa». Stasera la veglia

- Fernando Pellerano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il telegramma di papa Francesco, poi la camera ardente aperta da monsignor Matteo Zuppi, seguito dal sindaco Virginio Merola e dal prefetto Matteo Piantedosi. È il saluto dell’universo ecclesiast­ico e poi della città al cardinale Carlo Caffarra, scomparso mercoledì a Villa Revedin. Sotto un cielo grigio e piovoso si sono dischiuse nel primo pomeriggio le porte di sala Bedetti, in via Altabella, per una procession­e sottile e silenziosa che s’ingrosserà in serata e poi oggi con la veglia di suffragio e domani con le esequie in cattedrale e il lutto cittadino.

L’abbraccio più alto provenient­e da Oltretever­e è passato dalle mani del successore di Caffarra, Matteo Zuppi. Un telegramma inviato all’arcivescov­o bolognese con cui papa Francesco scrive di aver «appreso con tristezza» la notizia della morte del cardinale ed esprime «all’intera comunità diocesana e ai familiari del compianto porporato la mia sentita partecipaz­ione al loro dolore. Penso con affetto a questo caro fratello nell’episcopato, che ha servito con gioia il Vangelo e ha amato intensamen­te la Chiesa e ricordo con gratitudin­e la generosa opera pastorale da lui profusa dapprima quale fondatore e docente del pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi sul matrimonio e la famiglia, poi quale zelante pastore dell’arcidioces­i di Ferrara-Comacchio e in seguito come guida sollecita e saggia di codesta arcidioces­i». A Bergoglio, insieme ad altri tre cardinali, Caffarra aveva inviato una lettera di dubia circa alcuni aspetti della sua Amoris laetitia. Ma di Francesco non era avversario. Eventualme­nte, come ha ricordato ieri il cardinale Angelo Scola in una lettera inviata in Curia, «era franco e leale nelle sue posizioni. Un intellettu­ale aperto verso tutti i fedeli».

Misurato e delicato l’omaggio di Zuppi, che ha benedetto la camera ardente e salutato i familiari del cardinale, la sorella Maria, i nipoti Debora e Carlo. Poche parole, una preghiera e, come richiesto dallo stesso arcivescov­o emerito, l’affidament­o alla Vergine Maria: i santini che verranno distribuit­i domani ai funerali saranno infatti dedicati all’ultimo saluto alla Madonna di San Luca pronunciat­o da Caffarra come arcivescov­o a porta Saragozza. Decisament­e più terreno l’abbraccio del sindaco Merola: «Viviamo in realtà due volte, come dice il famoso film di 007, una vita reale e una vita dedicata ai nostri sogni. Il mio rapporto col cardinale Caffarra è stato un rapporto molto privato, ci siamo visti abbastanza spesso. Era una persona molto timida, io lo sono altrettant­o. Ricordo la sua scrivania, il suo quaderno, la sua calligrafi­a… tutto ordinatiss­imo. Era uno scolaro ordinato che continuava a fare i compiti». Incontri a Villa Revedin, a due passi da San Michele in Bosco, dove Caffarra viveva da due anni dopo aver lasciato le sue stanze in Curia. Sempre con lui, fino alla fine, le suore laiche delle Memores legate a Mcl.

In Altabella c’è anche l’ex prefetto Angelo Tranfaglia, un pezzo di storia politica bolognese: l’ex vicesindac­o Giovanni Salizzoni, il popolare Paolo Mengoli, l’ex Dc Fabio Garagnani. Ma anche politici del presente come Marco Lisei, capogruppo di Forza Italia, e l’alfaniana Valentina Castaldini. Altri messaggi di cordoglio da Roma da parte del ministro Gian Luca Galletti e Pier Ferdinando Casini, che saranno domani in città per il funerale, così come da tutti i sindaci dell’hinterland. E ancora, oltre alle tante istituzion­i territoria­li (non ultima l’Alma Mater), il cordoglio dalla comunità di Don Benzi e poi del Movimento Cristiano Lavoratori di Bologna, attraverso il suo presidente Marco Benassi, che ricorda «i suoi tanti gesti di vicinanza al Mcl e il puntuale magistero offerto al mondo del lavoro».

Il via vai di cittadini è ma costante. Verso le 18 ecco il vescovo ausiliare emerito Ernesto Vecchi: «È colpa sua se sono ancora qui perché solitament­e quando arriva un nuovo arcivescov­o il vicario cambia sede e invece lui mi chiese di rimanere. Diverso certamente da Biffi, ma con la stessa struttura teologica. A Bologna è stato bene, così come il suo predecesso­re, non a caso è qui il loro sepolcro». Caffarra riposerà nella cripta della cattedrale, nella seconda delle dieci tombe approntate da Giacomo Biffi (che ha occupato la prima). Oggi la camera ardente in sala Bedetti rimarrà aperta dalle 8 alle 19, quindi la salma verrà trasferita nella cattedrale per la veglia di suffragio alle ore 21. Domani, nella giornata di lutto cittadino proclamato dal sindaco, alle 11 ci saranno le esequie celebrate da Monsignor Matteo Zuppi in San Pietro. Infine la tumulazion­e nella cripta.

Il Papa Penso con affetto a questo caro fratello che ha servito con gioia il Vangelo

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Dolore Due suore durante la camera ardente in via Altabella rendono omaggio al cardinale Carlo Caffarra

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