Il teatro nato «a tavola» Un libro sulle Ariette
Oggi la presentazione del volume di Massimo Marino
Racconta un teatro particolare, il libro che sarà presentato dagli autori oggi alle 18 alla Libreria Coop Ambasciatori. Un teatro nato in campagna, vicino agli animali e alle notti illuminate dalle stelle, un teatro che narra storie preferibilmente vere, autobiografiche. Teatro delle Ariette ha come
La vita intorno a un
Da «Teatro da mangiare?» (2000) a «Tutto quello che so del grano» (2012), ricorda opere ambientate sempre vicino, intorno a un tavolo, che alla fine dell’azione serve per incontrare gli spettatori con il rito più antico che esiste. Quello del convivio. Una volta si servono tagliatelle («Teatro da mangiare?»), dopo aver narrato la scoperta della campagna, in fuga dalle delusioni politiche; un’altra volta si celebra un rito funebre in un campo coltivato per alcuni mesi vicino a Santarcangelo, per il festival («l’estate.fine», 2004). Per pochissimi spettatori, a lume di candela, si rievoca il pranzo di nozze e si narrano alcuni mesi di vita, con uno squarcio nel privato, per «Matrimonio d’inverno» (2010), con finale di tortellini, lesso e zuppa inglese. Oppure si ripercorre «Lo straniero» di Camus in «Teatro naturale?» (2012), narrando come Pasquini scoprì la Francia e una famiglia anarchica fuggita dal franchismo e poi dall’Algeria, con couscous finale. Il cibo dà sempre una virata alla situazione, aiuta a smussare spigoli che potevano diventare lancinanti fino alla tragedia. Fa aprire il copione chiuso, in un dialogo con gli spettatori. E poi nel libro si raccontano progetti a raccogliere sogni di città, in Italia e in Francia, spettacoli con animali, confessioni sul rapporto con la morte dei genitori e molto altro. Con una parte finale dedicata ai menu delle Ariette.