LA CITTÀ MOSTRI IL VOLTO SOLIDALE
Il Papa che viene dalla fine del mondo sarà a Bologna il primo ottobre a ricordarci di aprire le porte a chi arriva da lontano. Francesco si aspetta di trovare una comunità amica degli ultimi che riconosce la piena dignità a chi cerca una possibile sopravvivenza. Sapranno le persone e le istituzioni della Città metropolitana corrispondere alle attese di un Papa che ha fatto della carità la chiave severa del suo pontificato?.
Bologna non potrà mostrarsi nei suoi aspetti meno esaltanti, come una collettività in parte seduta, disimpegnata e indifferente. Le sue qualità migliori di città creativa, operosa, solidale vanno messe in risalto insieme alla capacità di governare il futuro, dando cittadinanza alle tante persone arrivate e in arrivo. Prefigurare il domani con animo caritatevole, come ci invitano a operare Papa Francesco e il vescovo Zuppi, vuol dire che ci si deve impegnare a edificare una società meticcia, multiculturale. Se questa è la Bologna cristiana, deve davvero non aprire ma spalancare le sue porte.
Stanno sbarcando migliaia d’immigrati, tra i quali si confonde una moltitudine di ragazzi soli, fatti fuggire dalle loro famiglie per amore, nella speranza che almeno loro potessero non morire di fame o non essere vittime di guerre. Sono figli immigrati che un’ambigua definizione della burocrazia italiana identifica come «minorenni stranieri non accompagnati». Si tratta in realtà di persone, perlopiù maschi africani con una età media di 15-17 anni. Non si può lasciare questo pezzo di umanità, esposta a ogni pericolo, alle sole risposte delle istituzioni pubbliche, che non sono in grado di tramutarsi in genitori sociali; in molte realtà, poi, non sanno nemmeno garantire un’ospitalità in strutture idonee con operatori qualificati. In aiuto è arrivata la legge del 7 aprile che impone di accogliere i minori stranieri e istituisce la figura del tutore, distinta da quella dell’affidatario. Il tutore è un soggetto che non accoglie il giovane immigrato nella propria famiglia, ma si offre come soggetto legale di tutela del minore e di garanzia del suo percorso d’inserimento sociale (www.assemblea. emr.it/garanti/infanzia). Tocca agli enti locali creare una rete integrata servizivolontariato e verificare la disponibilità delle persone con un’opportuna selezione e formazione. Sarebbe davvero una bella testimonianza dei bolognesi rispondere all’appello del Papa investendo in beni umani, a partire da quei ragazzi immigrati e senza famiglia.