«In tanti evocano l’unità, pochi provano a costruirla»
De Maria: ci ho provato fino all’ultimo, ci ho creduto. Non è stato possibile
La ricerca dell’unità è fallita. Ne prende atto anche Andrea De Maria. Merola prova ancora ad evocare quella paola, ma entrambi in realtà hanno gettato la spugna. L’ultimo tentativo è della scorsa settimana — Critelli segretario provinciale, Rizzo Nervo cittadino — ed è fallito in meno di 24 ore. Meglio allora tirare dritto con lo schema iniziale: il sindaco con il suo assessore, il deputato con il segretario uscente. «Il quadro è ormai chiaro», riconosce De Maria. «Ho lavorato fino all’ ultimo per una proposta più unitaria possibile. Rivendico di averlo fatto, anche se è un risultato che non è stato possibile raggiungere», se ne dispiace. Non senza rimpianti e qualche rimprovero. «In tanti evocano l’ unità del Pd, non tanti provano a costruirla davvero dove ne hanno la possibilità». De Maria dice di averci creduto e averci provato fino all’ultimo. E rievoca anche eventi del passato, quando nel 2011 fece un passo indietro alla candidatura a sindaco proprio a favore di Merola per evitare una frattura pesante dentro al partito. «Perché l’ unità è un valore e chi ci crede mette la comunità del Pd prima dei propri percorsi personali. Penso di potere affermare di averlo fatto anche in momenti non secondari per il partito bolognese».
Questa volta le cose sono andate diversamente, nonostante Bologna sappia meglio di altri «i rischi che si corrono», come replicare un nuovo 1999 dove alla fine furono gli avversari a ringraziare. «Oggi abbiamo una generazione più giovane della mia in ruoli di grande responsabilità, nel partito e nelle istituzioni, fatta di dirigenti capaci e intelligenti, che stimo tutti», riconosce il deputato dem. Dirigenti che erano bambini quando videro il centrosinistra all’opposizione a Palazzo d’Accursio, e che ora potrebbero prendere insegnamento da quella lezione «e cercare le ragioni di un percorso comune che metta a frutto le loro qualità non contrapponendole ma facendole crescere insieme».
La conta interna non significa solo un partito a rischio balcanizzazione, ma pure due percorsi diversi per lui e il sindaco, che pure avevano a quattro mani scritto il libro “Insieme”. Che è vero, guardava più al partito nazionale, ma pure perché sembrava scontato che per Roma l’esempio da seguire era il Pd bolognese. I due big quel percorso non vogliono ancora abbandonarlo, seppur qui giocheranno con maglie diverse, e «insieme — spiega De Maria — promuoveremo un momento di riflessione sul tema della partecipazione dei cittadini alla vita politica e istituzionale» il 30 settembre.
Ora che lo scenario si è delineato, De Maria può ribadire con maggior forza il suo sostegno a Critelli. «Ho sempre detto che, a mio avviso, il percorso unitario doveva partire dal buon lavoro del segretario uscente e, coerentemente, nel congresso che si svolgerà lo sosterrò». D’altronde fu proprio lui il principale sponsor dell’elezione del leader di via Rivani nell’assemblea di due anni fa. Mollarlo ora sarebbe stata una mossa politica assai complicata da spiegare. Non ce n’è neppure bisogno, perché «Francesco ha lavorato bene e se si guarda alla politica i risultati si vedono». De Maria elenca una serie di tappe: la vittoria del 2016 a Bologna, quella del Sì al referendum in città e provincia, la conferma che il partito locale è tra i più radicati in Italia. «E poi Critelli si è sempre impegnato per l’ unità del Pd, con lealtà verso il gruppo dirigente nazionale e, anche in questa ultima fase, non si è mai sottratto ai tentativi di ricerca dell’ unità, come avrebbe potuto fare contando sul consenso che ha nel partito». Un riferimento, neppure troppo velato, ad alcune previsioni che da giorni si fanno tra gli uomini vicini al segretario che lo danno in vantaggio rispetto allo sfidante. «Ci sono certo aspetti che si possono migliorare, come peraltro è normale che sia. Critelli è stato segretario per due anni (difficili e pieni di sfide) e potrà ora mettere a frutto l’ esperienza fatta nei prossimi quattro». Il dado quindi è tratto. Ora bisogna sperare solo che i duellanti non si facciano troppo male. E che magari all’indomani del risultato congressuale, si possa di nuovo tornare a parlare di unità. «Critelli lavorerà per rafforzare e aprire a nuove forze ed energie il gruppo dirigente del Pd bolognese, un obiettivo a cui anche io tengo molto», assicura De Maria. Nel frattempo c’è la conta interna. E fa paura a tanti.
La carezza «C’è una nuova generazione di dirigenti Capaci e intelligenti, li stimo tutti» Il pugno «A Bologna meglio di altri sappiamo i rischi che si corrono a spaccarsi»