Risarcito perché invalido ma era morto da 2 anni I giudici assolvono l’Ausl
Il danno cerebrale dopo l’intervento, l’appello ribalta la sentenza
di regolare ventilazione determinò il danno cerebrale irreversibile.
Di qui, nel 2014, la condanna a risarcire i danni a moglie e sorella del paziente. Dopo il deposito della sentenza, con un atto di precetto, i legali dei familiari intimano all’Ausl il pagamento. L’azienda si oppone e in questo frangente il legale scopre dal Comune di provenienza che il paziente era deceduto addirittura nel febbraio 2012. Poco dopo l’avvocato ricorre in appello chiedendo, oltre alla totale riforma, la sospensione dell’efficacia della sentenza di primo grado. In questo lasso temporale, l’avvocato dell’Ausl fa alcune scoperte che si riveleranno decisive. Oltre al decesso del paziente, viene a sapere dell’esistenza di due procedimenti penali per lesioni colpose gravi e omicidio colposo, (in entrambi casi la Procura ha chiesto l’archiviazione), innescati dalla denuncia dei familiari. In entrambi i casi i consulenti dei pm esclusero responsabilità dei sanitari. Una documentazione entrata per la prima volta nel processo civile su espressa istanza dell’Ausl.
Tutto si è giocato sulle consulenze: due favorevoli all’Ausl e una, disposta in primo grado, di segno contrario. Il collegio ha concluso per la correttezza delle prime due: «L’intervento, non di speciale difficoltà, era perfettamente riuscito e la sopravvenienza di una crisi convulsiva a seguito di interventi al cervello rappresenta una eventualità non trascurabile — scrivono i giudici —. L’evento della estubazione e della crisi epilettica sono occorsi in una sala operatoria, quindi in un contesto in cui l’impegno dell’anestesista è, di regola, massimo». Per i giudici «il trattamento è stato tempestivo e corretto» e «il danno cerebrale si è verificato a causa di un evento (edema e ipossia) non prevedibile né evitabile». Dunque i sanitari «hanno fatto ciò che era nelle loro possibilità nel trattamento del paziente». Di qui la riforma integrale della sentenza di primo grado.