La raccolta fondi per rifare gli istituti tecnici
L’iniziativa di Confindustria per 12 scuole tra Bologna, Modena e Ferrara. Vacchi: «I ragazzi servono alle imprese»
Dove non arrivano le istituzioni, ci pensano le imprese. O almeno è questo quello che spera Confindustria Centro Emilia. L’associazione che, assieme all’Ufficio scolastico regionale, ha appena dato il via ad un progetto, dal nome «Far volare gli Iti», per rilanciare la formazione tecnica e professionale attraverso il miglioramento delle strutture dove studiano i ragazzi. All’iniziativa hanno aderito 12 istituti tra Bologna, Modena e Ferrara, per un totale di circa 12 mila studenti e oltre 500 mila euro di fondi richiesti, ma l’ultima parola spetterà comunque alle aziende.
A dicembre Confindustria raddoppierà le risorse raccolte fino ad un massimo di 200 mila euro, ma di fatto saranno le singole imprese a scegliere da qui a febbraio quale progetto sposare, chi e quanto finanziare. Con la certezza, però, che in cambio del loro appoggio le aziende riceveranno una serie di benefici fiscali sotto forma di credito d’imposta pari al 65% per le erogazioni effettuate nel 2017 e del 50% per quelle disposte nell’anno successivo. Una volta stanziati i finanziamenti necessari, i lavori di ristrutturazione previsti nei vari istituti partiranno dal prossimo febbraio.
«Nell’ultimo anno abbiamo notato un’inversione di tendenza. I ragazzi sono tornati a scegliere i percorsi tecnici, ma non basta: l’offerta è ancora inferiore rispetto alla domanda — sottolinea Alberto Vacchi, numero uno di Confindustria Emilia —. Le aziende sono sempre alla ricerca di professionisti che non riescono a trovare. Dobbiamo migliorare l’immagine della formazione professionale, partendo dalle scuole». Solo in città sono cinque gli istituti, il Giordano Bruno, Montessori-Da Vinci, Alberghetti, Belluzzi Fioravanti e le Aldini Valeriani, che hanno presentato richieste per finanziamenti pari ad oltre 260 mila euro e 5500 studenti coinvolti. Tra loro c’è chi ha chiesto di dotare i laboratori di nuove strumentazioni o di migliorare la digitalizzazione delle classi. O chi, come le Alberghetti di Imola, hanno appena ultimato i lavori di ristrutturazione per fare posto alle nuove prime: per coprire gran parte delle spese già finanziate, l’istituto ha presentato a Confindustria una richiesta di investimento pari a circa 100 mila euro.
«In due anni da cinque le nostre prime sono diventate dieci — spiega la dirigente Vanna Maria Monducci —. Abbiamo chiesto aiuto alla Città metropolitana, ma non aveva la possibilità di sostenerci. Così abbiamo messo i lavori, che abbiamo già concluso, a bilancio. Speriamo comunque di ottenere qualche aiuto dalle aziende che sono da sempre interessate ai nostri studenti».
Come funziona All’iniziativa hanno aderito 12 istituti tra Bologna, Modena e Ferrara, per un totale di circa 12 mila studenti e oltre 500 mila euro di fondi richiesti