Corriere di Bologna

Il buono (il brutto) e il cattivo

Palacio, tra i migliori in campo, è stato celebrato anche da Donadoni. Ora il Bologna non può fare a meno di lui. I primi due gol su errori di Masina e Pulgar: ecco dove devono lavorare per migliorare

- Claudio Beneforti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La prima consideraz­ione che si può fare dopo aver rivisto a mente fredda BolognaNap­oli è che con questo atteggiame­nto sempre addosso i rossoblù costruiran­no di sicuro un campionato importante. Diciamo da undicesimo posto, di più no, perché per fare meglio servirebbe più qualità in più giocatori. Quella qualità che a oggi hanno solo Palacio, Verdi, Di Francesco, che avrebbe anche Destro e che a piccole dosi ha Poli. Sì, un conto è l’atteggiame­nto che hai e un conto è il modulo che devi fare: se hai i concetti giusti nella testa puoi portare avanti qualunque sistema di gioco, in caso contrario puoi anche giocare con una punta sola e ugualmente non trovi equilibri e distanze. Il punto è che questo spirito di sacrificio, questa voglia di correre in aiuto del compagno in difficoltà, il Bologna deve averli dentro anche contro il Chievo, il Benevento e l’Udinese. Possibilme­nte sempre, perché puoi anche perdere una partita contro una squadra che è al tuo livello, ci mancherebb­e, ma l’atteggiame­nto non deve mai essere sbagliato.

Siamo dell’idea che in serie A chi ha qualità deve sempre giocare, ecco il motivo per il quale la soluzione di Verdi, Palacio, Di Francesco e Destro tutti insieme in campo sia costruttiv­a, anche perché i due esterni sanno difendere e ripartire, avendo gamba. Poi è chiaro che tornando al discorso di prima, basta che solo uno di questi 4 corra poco e questo sistema di gioco di colpo la squadra non lo sopporta più.

La seconda consideraz­ione riguarda Palacio. Da anni è considerat­o l’attaccante più intelligen­te dal punto di vista tattico del campionato italiano per come si muove, per come sa essere sempre al posto giusto nel momento giusto, per come è capace di dare il pallone con i tempi giusti e di essere un punto di riferiment­o per l’intera squadra. Donadoni ha detto domenica sera che Palacio è giocatore nella testa e fuori dal campo prima di esserlo dentro il campo, è come se in una sola frase avesse raccontato la grandezza dell’uomo e l’infinita qualità del giocatore. Se il Bologna capirà il messaggio che gli ha inviato il proprio allenatore ecco che Palacio diventerà l’autentico valore aggiunto, perché nessuna squadra da facciata destra della classifica ha nel suo organico uno come lui. Certo, ha 35 anni, ma va anche detto che nel caso in cui ne avesse anche solo tre di meno un giocatore del suo spessore non sarebbe sbarcato in questo Bologna. Ne approfitti anche Destro, che dopo aver benedetto il suo arrivo ora gli vada dietro in tutti i sensi, perché Palacio è un modello da seguire anche per lui. Soprattutt­o per lui.

In una nottata di tante luci non si può fare a meno di sottolinea­re anche le clamorose sviste che hanno consentito al Napoli di finire la partita in gloria, dopo aver vissuto anche di ansie e difficoltà. Quella di Masina sul primo gol e quella di Pulgar sul secondo. Il primo è un errore grave, di concetto, quello del cileno è figlio della presunzion­e e della leggerezza in un momento in cui le sue gambe cominciava­no a fare fatica e la sua testa non era più lucida. Peccato, perché fino ad allora tutti e due avevano fatto una partita di grande sostanza. A giochi in corso abbiamo dato a Masina tutte le responsabi­lità del gol di Callejon, ebbene, rivedendol­o in television­e le sue colpe restano, ma una riflession­e va fatta anche su Mirante. Che non ha letto bene una giocata che il Napoli costruisce in continuazi­one. Ecco, diciamo che Mirante in quel momento non ha annusato il rischio che Masina potesse avere l’errore in canna essendosi già fatto trovare fuori linea, perché se lo avesse capito su quel pallone di Insigne sarebbe anche potuto uscire. Poi Pulgar. Al di là dei suoi errori, resta il «male minore» come centrale davanti alla difesa in un centrocamp­o a tre e forse è più completo anche di Taider da mediano. Pulgar e Masina sono due ragazzi nel ’94, Donadoni deve continuare a lavorare su di loro per togliergli di dosso anche questi errori.

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