Falli, duelli e passaggi Anatomia in numeri di un ko troppo duro
Il bugiardissimo 0-3 contro il Napoli ha lasciato in dote a Roberto Donadoni due Bologna: uno tosto, capace di andare oltre i propri limiti per oltre un’ora contro una squadra straordinariamente più forte. L’altro, quello solito, capace di rovinare con ingenuità anche le serate più efficaci: errori, una squadra che si scioglie al primo evento negativo, incapace di ribaltare punteggi e situazioni avverse. Dopo una prestazione del genere, a Casteldebole bisognerà fare lo sforzo di non guardare il freddo 0-3 sugli almanacchi e di lavorare su ciò che ha funzionato per un’ora, cercando poi di correggere gli ormai atavici errori finali.
Una prova sottolineata anche dai numeri che raccontano di due Bologna ben diversi tra loro, nonostante un piano-partita ben studiato e un 4-2-3-1 che aveva tolto ritmo e le consuete trame alla squadra di Sarri: in avvio l’assetto di Donadoni aveva sorpreso il Napoli, come conferma il dato dei primi quindici minuti di gara con 5’52” di possesso palla rossoblù contro i 2’23” azzurri. Finirà 32 minuti a 22 per gli azzurri, 59% di un possesso generale esercitato per il 65% nella metà campo del Bologna, mentre i rossoblù hanno tenuto palla per l’80% del tempo nella propria metà campo: un’accortezza necessaria contro una macchina da gol come quella di Sarri, ma non sono da cercare qui le ragioni del ko finale. Vanno ricercate in un sostanziale cambiamento di atteggiamento dopo il gol di Callejon: 8 falli commessi nel primo tempo da un Bologna quasi leonino, contro i miseri due della ripresa, e una percentuale di duelli vinti calata dal 50,9% al 45,5% dopo l’intervallo.
Così la squadra che nel primo tempo aveva strappato applausi convinti è calata e mentre il Napoli inseriva Zielinski — 35 passaggi riusciti su 36 — al posto dello spento Hamsik, Donadoni doveva rinunciare per acciacchi fisici a due leader come Maietta, ko per crampi al 58’, e Palacio, il più attivo (primo per duelli, 22 di cui 9 aerei, e per falli subiti) e gradualmente calato dopo un’ora di spettacolo fino al cambio del 77’. A quel punto il Napoli ha avuto gioco più semplice rispetto al primo tempo, come dimostra l’aumento nel numero (da 324 a 381) e nella precisione (da 86% a 91%) dei passaggi: lì, complici gli atroci errori dei singoli, è affondato il Bologna pur in una notte più che dignitosa.