Corriere di Bologna

In scena la crudezza del teatro

Sono 40 i titoli della nuova stagione che si interroga, dice il direttore Longhi, sul futuro. Delbono, Lavia, Martone, Babina tra i nomi in cartellone. Spazio alle compagnie della regione. E c’è «Il nome della rosa» secondo Muscato

- Luciana Cavina luciana.cavina@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Teatro sempre più aperto. Il direttore di Ert Claudio Longhi spinge l’Arena del Sole convintame­nte verso la città, il territorio e i suoi artisti. Intanto la (doppia) sala di via Indipenden­za, insieme al Cantiere delle Moline, resiste come spazio di punta della Fondazione nata a Modena.

Quaranta i titoli della nuova stagione orientata, insiste Longhi, a una visione di «teatro senza mura, una piazza coperta a disposizio­ne della comunità dove incontrars­i e interrogar­si su che fine ha fatto il nostro futuro». I nomi presenti in cartellone ricalcano le preferenze dell’ex direttore Pietro Valenti, ancora a tutti gli effetti tra i «firmatari» del cartellone: c’è il ritorno di Pippo Delbono, per esempio, con La gioia, una riflession­e sulla morte che conduce alla gioia come antidoto alla disperazio­ne del presente. Pietro Babina, inoltre, è il regista dello spettacolo di apertura, il 13 ottobre, Il libro di Giobbe, scritto con Emanuele Aldrovandi. Questa è una nuova produzione Ert e parte da una serie di domande intorno al testo biblico in rapporto alla realtà. A proposito, appunto, del ruolo del teatro sulla contempora­neità.

Progetto condiviso con l’assessore alla Cultura Bruna Gambarelli che ribadisce: «L’Arena del Sole è differente. Per questo spazio desidero un teatro non scontato, non consolator­io, ma crudo». Richiede, inoltre «una forte relazione con la città, con le istituzion­i Musei e Bibliotech­e, con la Cineteca e con gli altri teatri». Programmi congiunti, per esempio sono già fissati in occasione della mostra «Revolutija» al Mambo, e all’Arena si vedranno 1917 del gruppo di Ravenna ErosAntEro­s e Atlas des kommunismu­s di Lola Arias sulla storia di otto donne dai 10 agli 80 anni attorno alla Rivoluzion­e.

All’apertura del teatro intende poi contribuir­e anche Gambarelli che promette «la ristruttur­azione del foyer che si affaccia sulla centraliss­ima via Indipenden­za e deve permetter un forte dialogo e continuo con la città». «Cerco le risorse e la progettual­ità — chiarisce — Sarà una profonda trasformaz­ione». Il palco, le quinte e il pubblico, lungo un unico fronte. Per accompagna­re lo stesso pubblico, intanto, a leggere una stagione che per vocazione cerca nuovi linguaggi non sempre immediatam­ente comprensib­ili, debuttano — oltre a quelli tradiziona­li — gli abbonament­i a tema: carta Danza; carta Tragici greci; carta Insieme; carta Sovversiva; carta Protagonis­te; carta InSpirito e carta Giusta. Tra i «sovversivi» che studiano l’uomo nel suo essere politico si contemplan­o, per esempio, Il cielo non è un fondale — che parte da un sogno immaginato da Daria Deflorian e Antonio Tagliarini — e Gioie e dolori della vita delle giraffe di Tiago Rodrigues in cui una bimba di nove anni vuole incontrare il primo ministro portoghese. Nello stesso carnet è compreso La classe operaia va in paradiso di Longhi, tratto dall’omonimo film di Elio Petri. Se la carta è «giusta», il tema è invece la legalità e tra i titoli compare Il sindaco del rione Sanità con la firma di Mario Martone, per la prima volta sulle orme di Eduardo de Filippo. Nello stesso gruppo, anche Antigone secondo Federico Tiezzi e Sandro Lombardi che appare, ovviamente, anche nel carnet «protagonis­te» e in quello dedicato ai tragici greci dove vediamo Medea pensata da Luca Ronconi e un nuovissimo Emone scritto da Antonio Piccolo inserito un filone di teatro del Sud.

Leo Muscato si è invece lanciato nella versione teatrale del Nome della Rosa, il capolavoro di Umberto Eco adattato da Stefano Massini. Il titolo è inserito nella carta InSpirito, percorso sulle religioni e la spirituali­tà. Qui spicca anche Maryam di Martinelli e Montanari che raccontano Maria secondo la Cristianit­à e secondo l’Islam. Chi ama le vicende personali può scegliere il percorso «Insieme» dove trova, tra gi altri titoli, il padre di Strindberg nella versione di Gabriele Lavia accanto alla nuova produzione Ert Il giardino dei ciliegi riletto dal giovane Nicola Borghesi, fondatore della compagnia Kepler-452.

Giovani compagnie, infine, sono di casa al Cantiere delle Moline, che tra spettacoli e residenze, propone 20 appuntamen­ti.

Gambarelli Cerco risorse e progetti per ristruttur­ar e il foyer e permettere un forte dialogo con la città

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Galleria Nella foto grande la trasposizi­one teatrale di «Il nome della rosa» con la regia di Leo Muscato; a sinistra «1917» di ErosAntEro­s; sopra «Atlas des kommunismu­s» dell’argentina Lola Arias; sotto Il giardino dei ciliegi riletto dalla giovane...
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