Corriere di Bologna

Come si stabilisce quali sono i cancerogen­i?

- di Pier-Luigi Lollini*

Chi decide cos’è cancerogen­o? Ogni sospetto agente fisico, chimico o biologico è oggetto di numerose ricerche scientific­he, per valutarne la capacità di danneggiar­e il Dna, di alterare le cellule in provetta, di causare il cancro nei topi. Ai dati di laboratori­o si aggiungono quelli sugli esseri umani eventualme­nte esposti. Nel mondo ci sono diverse agenzie nazionali ed internazio­nali con il compito di valutare criticamen­te l’insieme dei dati scientific­i disponibil­i e decidere se etichettar­e l’agente sospetto come cancerogen­o. Il secolo scorso ha visto la nascita delle moderne ricerche sul potere cancerogen­o di agenti quali il fumo e la radioattiv­ità. In questi casi tutti i risultati sono concordant­i e nessuno può avere dubbi ad attribuire la qualifica di cancerogen­o. Al nostro secolo, fortunatam­ente, sono rimasti da indagare cancerogen­i deboli, così deboli che talora è difficile prendere una decisione. È il caso di un erbicida molto diffuso che si chiama glifosato: probabile cancerogen­o alcuni anni fa secondo l’Organizzaz­ione mondiale della sanità, recentemen­te definito non cancerogen­o da agenzie dell’Unione Europea. Differenze così estreme sono rare, ma in questi casi ulteriori ricerche e uno sforzo internazio­nale per uniformare le valutazion­i sono fondamenta­li per diffondere messaggi corretti e coerenti.

*Commission­e Consultiva Strategica

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