Corriere di Bologna

Vaccini, tanti stranieri sono senza certificat­i In campo i mediatori e scuole aperte per tutti

Il direttore regionale: evitare ogni conflitto con i no vax. Aiutare le famiglie che hanno difficoltà con l’italiano

- Daniela Corneo daniela.corneo@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Non ci saranno bimbi cacciati dalla scuola dell’infanzia e non ci saranno neppure posti di blocco. Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari ribadisce la linea morbida dell’Emilia-Romagna nei confronti di quelle famiglie — o, meglio, di quei bambini — che non rispettano l’obbligo vaccinale. «Le famiglie che si ostinano a non voler rispettare l’obbligo — spiega Versari — saranno segnalate all’Ausl e poi di nuovo all’Ufficio scolastico regionale, ma per evitare situazioni conflittua­li i dirigenti scolastici potranno anche valutare opportuno l’ingresso a scuola del bambini, fermo restando però che non potrebbe entrare».

La questione «calda» del momento, alla vigilia dell’avvio dell’anno scolastico per i bambini più grandi, ovviamente resta quella dei vaccini, su cui si stanno concentran­do gli sforzi dei dirigenti scolastici e delle segreterie. «Alle scuole — continua Versari — abbiamo dato indicazion­e di evitare ogni possibile situazione conflittua­le: non facciamo posti di blocco, perché la scuola è accoglienz­a. Il bambino non lo si prende a calci, lo si prende sempre per mano». Insomma, se tutto va come si auspica Versari in Emilia-Romagna non si dovrebbero vedere scene come si sono viste a Milano, dove alcuni genitori hanno persino chiamato i carabinier­i a scuola per consentire l’ingresso del proprio figlio non in regola con le vaccinazio­ni.

Questo non significa, però, che per le famiglie che non vogliono rispettare la legge si chiuderà un occhio. Anzi. «In questi giorni — spiega Versari — i dirigenti scolastici stanno contattand­o chi non è ancora in regola che il bambino non può entrare a scuola, perché non è stato rispettato quanto previsto dal legislator­e. Questo non per comportame­nto cinico, ma proprio nell’interesse del bambino». Nel caso nascano «situazioni di natura conflittua­le non è la scuola il luogo in cui risolverle». In quel caso «il dirigente scolastico potrà valutare opportuno, proprio per evitare conflitti, anche eventualme­nte l’ingresso del bambino, attivando però una serie di azioni con ripercussi­oni sulle famiglie, ovvero un’ulteriore segnalazio­ne all’Ausl e una al mio ufficio per i raccordi con l’autorità giudiziari­a». Quanto al caso della materna Dozza nell’Ic 5 guidato da Vincenzo Manganaro, dove una famiglia ha presentato la diffida al preside a non chiedere il curriculum vaccinale, Versari dice: «La diffida è uno strumento del cittadino, anche se non riesco a capirne il fondamento in questo caso».

Quel che più preoccupa Versari, però, non sono i casi (che pare siano pochi) delle famiglie «no vax» che non intendono arretrare, ma la gestione, da parte dei dirigenti scolastici, delle famiglie straniere. «Le situazioni di maggiore complessit­à in questo momento — spiega il direttore dell’Ufficio scolastico regionale — riguardano le famiglie straniere che hanno difficoltà di comprensio­ne della lingua italiana», mentre altre non sono ancora rientrate dall’estero». Per queste famiglie l’Ufficio scolastico ha deciso di fare entrare in gioco «alcuni mediatori culturali con cui fare degli incontri. Una volta che i genitori stranieri capiscono, normalment­e poi non ci sono difficoltà».

Sarà (teoricamen­te) più semplice, invece, la gestione della questione vaccini nelle scuole dell’obbligo. La prossima settimana, insieme alla Regione, l’Usr comunicher­à alle scuole e alle famiglie le istruzioni da seguire per presentare la certificaz­ione vaccinale per i propri figli. «Abbiamo deciso di non farlo prima — spiega Versari — perché questa settimana c’è già tanta confusione» per le materne. Del resto, per gli altri ordini di scuola c’è tempo fino al 31 ottobre per consegnare la documentaz­ione. Inoltre, segnala il direttore, «la questione è meno complessa, perché non è prevista l’esclusione dal servizio» degli alunni non in regola. «Dovremo solo fare in modo che la sanità possa verificare le situazioni vaccinali degli alunni: se non è tutto a posto, comunicher­à alle famiglie l’iter da seguire».

La linea «Il bambino non si prende a calci, si prende per mano Azioni sui genitori» Le scadenze Le istruzioni per scuole e famiglie della scuola dell’obbligo in arrivo la prossima settimana

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