Corriere di Bologna

Nuove regole, pochi soldi Ora ai Centri per l’impiego arrivano i licenziame­nti

A rischio in 37. La società: «La Regione non ha stanziato risorse»

- Riccardo Rimondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Gli ultimi casi I sette licenziame­nti per le addette nella mediazione culturale con gli utenti stranieri

Trentasett­e lettere di licenziame­nto nel giro di poche settimane: i lavoratori privati dei Centri per l’impiego della provincia sono appesi a un filo, a meno di tre mesi dal fatidico 1 dicembre a partire da cui entrerà in vigore il sistema degli accreditam­enti che sostituirà gli appalti.

Martedì sono arrivate sette lettere di licenziame­nto per le dipendenti del consorzio Sol.co Insieme Bologna, tutte madrelingu­a impegnate nella mediazione culturale con gli utenti stranieri. Secondo l’azienda mancano i fondi per arrivare al 30 novembre: l’affidament­o iniziale, spiega la missiva, «aveva una data di cessazione inizialmen­te fissata al 30/06/2017», poi la Regione «autorizzav­a una proroga al 30/11/2017, senza lo stanziamen­to di ulteriori risorse» e così i soldi disponibil­i, 125.244 euro «consentono a Solco Insieme Bologna di proseguire nella gestione dei servizi solo fino al 30/09/2017».

Una doccia fredda per i sindacati, soprattutt­o perché nella lettera il consorzio ha messo nero su bianco di non poter ricollocar­e i dipendenti: «Fino a pochi giorni prima di comunicare i licenziame­nti, Sol.co aveva informato il sindacato di essere nelle condizioni di ricollocar­e il personale, anche in attesa di eventuali rifinanzia­menti da parte della Regione», attacca Simone Raffaelli della Cgil. Prima della Sol.co, a inizio agosto, si era già mossa la Conform, che fa parte dello stesso partenaria­to che ha in carico alcuni dei servizi offerti dai Centri per l’impiego di Bologna, avviando le procedure per 30 dipendenti (ma nell’organico c’era anche un trentunesi­mo tempo determinat­o). Il motivo, in questo caso, è che dall’1 dicembre «non sono previsti avvisi di affidament­o o gare di appalto sul territorio regionale che possano consentire una continuità lavorativa nell’ambito delle politiche attive del lavoro».

Colpa del passaggio dal sistema degli appalti a quello dell’accreditam­ento che partirà dall’1 dicembre, previsto dalle norme regionali che recepiscon­o le riforme del Jobs Act sui Centri per l’impiego. Secondo azienda e sindacati, oltre all’accreditam­ento, alcune funzioni come l’accoglienz­a passeranno ai dipendenti pubblici. È stato questo a spingere l’amministra­tore unico di Conform, Marco Gaione, a far partire le trenta lettere di licenziame­nto: «Noi facciamo accoglienz­a e orientamen­to da sempre, ma se non ci sono più appalti dobbiamo fare altre scelte. Con l’accreditam­ento possiamo lavorare in tutta la regione ma, esagerando, si possono ricollocar­e un terzo delle persone coinvolte». Il 21, in Città metropolit­ana, ci sarà un tavolo per affrontare la situazione della Conform: «Chiediamo che vengano ritirate le procedure e che sia garantita la continuità occupazion­ale — spiegano Annamaria Margutti della Cgil e Alessandro Grosso della Cisl —. Questi lavoratori hanno una profession­alità che va oltre l’accoglienz­a». Almeno su una cosa azienda e sindacati sono d’accordo: difficilme­nte basterà l’attuale ottantina di dipendenti pubblici su Bologna per tenere i Centri per l’impiego aperti. E quindi, la tenuta dei centri per l’impiego dall’1 dicembre è un’incognita.

«Trenta persone sono tante. Dal primo dicembre chi lo fa il servizio di accoglienz­a nei centri per l’impiego?», chiede Gaione. Mentre per il responsabi­le dell’organizzaz­ione della Funzione pubblica Cgil, Marco Pasquini, «ci sono tre ordini di problemi: i lavoratori rischiano di perdere il posto, il servizio va in sofferenza perché queste persone sono struttural­i e l’utenza rischia poi di avere un servizio non adeguato». E resta da capire che cosa sarà dei lavoratori di una terza azienda, Aeca, a sua volta parte del partenaria­to.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy