Sos docenti di sostegno Ne mancano 230, 24 solo al Salvemini
L’anno scorso al Salvemini di Casalecchio all’avvio della scuola mancavano 23 docenti di sostegno. Quest’anno ne mancano 24. Anno scolastico nuovo, problemi vecchi. Con un paradosso: quest’anno grazie all’Ufficio scolastico regionale di posti per il sostegno ce ne sono molti in più del 2016. «Peccato però che manchino i docenti per riempirli», dice il preside dell’Itc di Casalecchio, Carlo Braga. «Lo sforzo dall’Usr era stato fatto e va riconosciuto — spiega — ma manca la gente». Non ci sono più professori specializzati. I numeri: mancano 230 prof di sostegno a livello provinciale. Quindi bisogna chiamare docenti di altre materie, magari di matematica, a fare lezione ad alunni disabili per cui servono competenze specifiche.
Il Salvemini è solo uno dei tanti istituti di Bologna e provincia ad iniziare oggi l’anno scolastico in questa situazione. Qui il preside ha deciso di rinnovare il contratto ai supplenti dell’anno scorso che avevano seguito i ragazzi con handicap: «È stato fatto un decreto ad aprile che prevedeva la continuità didattica. Manca il decreto attuativo, ma quella è una legge dello Stato e io intanto vado avanti». Un modo per non lasciare a casa nessuno, come invece era stato necessario l’anno scorso.
«Per fortuna io ho l’indirizzo musicale — dice il preside dell’Ic di Monghidoro Carmelo Adagio — e ho trovato docenti di musica con molta empatia nei confronti degli alunni disabili, risolverò il problema con quelli, visto che non ci sono più specializzati. Nella media a Monghidoro mi mancano 7 docenti di sostegno».
«La sofferenza grande alla partenza — spiega Sergio Simoni, dirigente di Crespellano e reggente all’Ic 8 in Saragozza — ce l’abbiamo sul sostegno. Mancano 6 docenti alle elementari nell’Ic 8 e me ne mancano 8 a Crespellano». Ne mancano 10 nella primaria dell’Ic 11 al Savena e quattro all’Ic 12. «Quello del sostegno — conferma anche Giovanna Cantile, dirigente all’Ic 9 e nuova preside del classico Galvani — è un grosso problema: nell’Ic 9 me ne mancano 9 alla primaria e 6 nella media. Ma restiamo una scuola accogliente, ho una decina di insegnanti di ruolo che all’inizio mi aiuteranno a coprire i posti».
Ma c’è un’altra questione, aperta da molto tempo, che quest’anno rischia di esplodere prepotentemente: quella degli Ata. Mancano decine e decine di collaboratori scolastici. E il sistema, soprattutto nelle scuole con molti laboratori, rischia di collassare. Lo lamentano le scuole di ogni ordine e grado che abbiamo consultato: materne, elementari, superiori senza distinzione. «Abbiamo un problema fortissimo sul personale Ata — spiega Roberta Fantinato, preside del Belluzzi-Fioravanti — che per noi è strategico per fare tutto: ho metà dell’organico che mi servirebbe». Mancano quattro bidelli anche allo scientifico Sabin. Cinque in mano al Salvemini che intanto ha avuto la disponibilità degli interni per coprire le esigenze della scuola. «Sugli Ata siamo rovinati», dice senza mezzi termini la preside dell’Ic 20 Rosa Liguoro. «Ho appena finito di dire ai docenti di educazione fisica — risponde Roberto Fiorini, dirigente del Mattei e nuovo preside del Copernico — che non posso accordare loro un collaboratore scolastico in palestra».
Il preside Braga L’anno scorso ce ne mancavano 23, quest’anno 24, il paradosso è che i posti sono aumentati mentre non ci sono gli insegnanti