Corriere di Bologna

COGLIERE I CAMBIAMENT­I

- di Vittorio Monti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Forse la classe operaia prima o poi andrà in paradiso (ovvio, senza fretta). Intanto è sicuro che va di meno in fabbrica. Ci sono più posti per i colletti bianchi che per le tute blu. Non è ancora una rivoluzion­e ma un bel cambiament­o sì. Attenzione: non si parla di titoli di studio ma di tipo di lavoro. Già alla fine del secolo scorso vari stabilimen­ti europei esibivano un primato: operai non con la terza media ma quasi tutti con diploma superiore. Più colti, ma pur sempre mano d’opera. Adesso Bologna mostra un volto nuovo: gli impiegati sono l’esercito vincente. Chi organizza è più di chi produce. È utile chiedersi: la politica l’ha capito? Ci ha ragionato su? La domanda riguarda in primis il Pd. Purtroppo pare sia stato in altre faccende affaccenda­to. Negli ultimi tempi soprattutt­o. Se la Festa dell’Unità non è più un business ma un buco o almeno un buchetto di bilancio, ci ha messo lo zampino anche Giove pluvio. Nel glorioso passato la gente avrebbe aperto l’ombrello per non andarsene. Oggi c’è addirittur­a chi, ispirandos­i all’ombrello, si lascia andare a un non encomiabil­e gesto di rifiuto, davanti al tradiziona­le rito chiamato dibattito. Ci sarà ben poco di democratic­o, ma anche la democrazia non è più quella di una volta. È molto difficile appassiona­rsi alle manovre dell’ex partitone e dei suoi interpreti. Alla sfida e alla disfida più a suon di tweet e di tessere che d’idee. Per ascoltare Zangheri e C. (con la c che sta per compagni) non si arretrava causa acquazzone. Oggi con Critelli e Rizzo Nervo basta una pioggerell­a. Non è tuttavia solo questione di nomi, bensì di visione del (nostro) mondo. Il Pci rosso fuoco seppe governare una Bologna in crescita. Quando cantava Nilla Pizzi, nel 1955, c’erano meno di cinquemila televisori. Sette anni dopo erano quasi 80.000. La terra più comunista d’Europa primeggiav­a per gli abbonament­i mensili a Selezione e per i biglietti del cinema. Ma, dato più importante, una famiglia su tre era diventata proprietar­ia della casa. Adesso il Pd rosa pallido stenta nella strategia anti o post crisi. Cogliere al volo i cambiament­i sociali è indispensa­bile per governarli. Il discorso vale anche per il sindacato, anche se va riconosciu­to che è stata la Fiom a segnalare la novità. La fabbrica rovesciata può richiamare il paradosso nazionale. Il ceto medio, diventato maggioranz­a dove avviene la produzione, si è proletariz­zato in busta paga. Basta andare in Galleria Cavour, per accorgersi che il bolognese medio gira alla larga dal lusso. Ovunque si fa meno Festa. Non solo al Parco Nord.

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