Vaccini e scuole, la rivolta dei presidi «Messaggi contrastanti dalle istituzioni»
La prima dirigente querelata, le ambiguità di sindaci e Ausl. «E l’onere di applicare la legge ricade solo su di noi»
A solo nove giorni dall’ultimatum per la consegna delle autocertificazioni delle famiglie sullo status vaccinale dei propri figli, i dirigenti scolastici sbottano. Anche perché nel frattempo è già arrivata una querela a una loro collega. In un comunicato stringato, ma che non lascia spazio a fraintendimenti, Asabo, l’Associazione scuole autonome di Bologna, mette nero su bianco il proprio disappunto per il sovraccarico di responsabilità che la nuova legge Lorenzin ha causato ai dirigenti scolastici.
«Ancora una volta — scrive Asabo — dobbiamo constatare che ricade sui dirigenti scolastici, persino a livello penale, l’onere di applicare una legge di cui non discutiamo il valore, ma che ci lascia perplessi sulle sue modalità di applicazione e sui messaggi contrastanti e non coerenti che vengono da talune istituzioni dello Stato». Un attacco che va diretto a tutti quelli che, in questo momento, stanno gestendo la «partita» dei vaccini. Regione, Ausl, Uffici scolastici, ministeri di Istruzione e Sanità. Nessuno escluso. Perché la confusione, fanno sapere da Asabo, in questo momento è tanta. E a pagare, si lamentano i dirigenti, alla fine sono proprio loro.
Il riferimento è ovviamente alla querela che ha ricevuto la dirigente dell’Istituto comprensivo di San Giorgio di Piano, Cinzia Quirini, che applicando alla lettera la nuova legge Lorenzin, alla vigilia dell’avvio dell’anno scolastico, dopo una serie di incontri con la famiglia di un bimbo all’ultimo anno della scuola dell’infanzia non in regola con le certificazioni, di fronte alla posizione convinta dei genitori di non voler produrre alcun documento, ha notificato la non ammissione del minore a scuola. Quindi il bimbo adesso è a casa e la madre, il giorno stesso della comunicazione della non ammissione, ha deciso di andare dai carabinieri e querelare preside e scuola.
Un fatto che ha scosso i presidi riuniti in Asabo. «Nell’esprimere la totale e incondizionata solidarietà alla collega colpita da annunciata querela, siamo a ribadire: da una lato la nostra volontà di rispettare le leggi dello Stato e dall’altro la necessità di essere messi in condizione di poterlo fare». Perché i presidi sono stretti, a sentire loro, tra l’esigenza di non escludere i bambini dal sistema educativo e quella di non infrangere la normativa vigente che impone ai dirigenti scolastici di controllare che a scuola ci siano bambini e ragazzi in regola con la nuova normativa che introduce l’obbligo per dieci vaccini.
Ma è molto probabile che di casi simili a quello di San Giorgio di Piano ne spunteranno ancora nelle prossime settimane, man mano che le scuole elaboreranno le informazioni arrivate dai genitori sull’obbligo vaccinale. E ancor più ne spunteranno dopo il 10 marzo, quando quello che è stato dichiarato nelle autocertificazioni dovrà trovare puntuale riscontro nei fatti. Pare che l’Ufficio scolastico regionale stia lavorando intensamente in questi giorni per dare ai dirigenti una linea di condotta uniforme, in modo che non si vada in ordine sparso rispetto alle situazioni delicate che potrebbero presentarsi.
Intanto resta ancora in sospeso l’epilogo sul secondo caso di possibile sospensione dalla scuola dell’infanzia di un bimbo di Castenaso: ci vorrà qualche giorno per l’assessore alla Scuola del Comune, Benedetta Renzi, sorella del segretario Pd, per capire che piega prenderà la situazione.