Corriere di Bologna

«Ritardi? La legge ha stretto i tempi» E ci sono ottomila bimbi da controllar­e»

L’assessore Pillati: molte famiglie, anche se in regola, non avevano chiaro cosa fare

- Di Daniela Corneo daniela.corneo@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Negli ultimi mesi, ma soprattutt­o nelle ultime settimane, quando, proprio a ridosso dell’inizio della scuola, dal ministero sono arrivate le circolari esplicativ­e, negli uffici comunali non si è fatto altro che parlare di vaccini. E di tutta la burocrazia e le pratiche da mettere in campo per cercare di semplifica­re il più possibile la vita alle famiglie, facendo al contempo far rispettare loro scadenze e obblighi fissati da Roma. Ma l’assessore alla Scuola e vicesindac­o Marilena Pillati ha un obiettivo che ricalca quello del ministero: «Non lasciar fuori nessun bambino da scuola». Perché, dice, «la norma non vuole escluderli dai servizi educativi, ma aumentare i minori vaccinati».

Assessore, per gli asili nido, dove vi eravate già portati avanti dopo l’introduzio­ne della legge regionale, l’essere in regola con le vaccinazio­ni era un requisito per l’iscrizione al servizio o comunque per il mantenimen­to del posto. Quanti nei nidi non sono in regola?

«Ci sono delle verifiche in corso. Con la legge regionale sui vaccini avevamo tempi più distesi, adesso la legge nazionale ha modificato tutto. Abbiamo una complessit­à che aggiunge agli oltre 3.000 bambini dei nidi gli oltre 5.000 della scuola dell’infanzia. È stata fatta una prima valutazion­e di tutta la documentaz­ione, a cui sono seguite le verifiche. Ma abbiamo visto che molte famiglie, anche se in regola con gli obblighi vaccinali, non avevano chiaro che dovevano produrre la documentaz­ione».

Quindi chi a oggi non è in regola con le certificaz­ioni non è scontato che non sia in regola con i vaccini, secondo lei?

«No, perché in alcuni casi il mancato invio corrispond­e a una mancanza di informazio­ni, il che è molto comprensib­ile. Ci aspettavam­o ci potesse essere qualche ritardo, per noi è un fatto fisiologic­o. Poi nella scuola dell’infanzia, dove rispetto ai nidi i numeri sono molto alti, c’è il caso che ci sia qualcuno che non ha consegnato la documentaz­ione, perché non ha la volontà di farlo. Lo sapremo quando avremo fatto tutte le verifiche».

I dirigenti scolastici lamentano poca chiarezza delle istituzion­i per l’applicazio­ne della legge. C’è confusione?

«C’è una norma che definisce un principio molto chiaro. A regime, nel 2019, non dovrebbe destare troppe incertezze, ma questo principio, declinato in un sistema con bambini già iscritti ma con una legge subentrata dopo, richiede procedure di transizion­e che le circolari hanno cercato di definire, ma che in alcuni contesti possono essere più difficili da applicare».

A San Giorgio di Piano c’è già un bambino non ammesso alla frequenza del terzo anno di scuola dell’infanzia. Linea troppo dura o giusta applicazio­ne della legge?

«Noi dobbiamo verificare le singole posizioni che no sono chiarament­e definibili. Capisco il dirigente che vuol far frequentar­e il bambino, ma se un genitore dichiara apertament­e che non vuole vaccinare il figlio, il dirigente deve cercare di far rispettare una norma che comunque c’è. Le situazioni vanno gestite con molta cautela e molto consenso, ma le conflittua­lità vengono meno quando si tratta di nuove iscrizioni».

Ha avuto molto richieste di incontro da parte dei genitori su questo tema?

«Soprattutt­o a fine agosto. Sono stati incontri sereni, dove ho cercato di informarli, anche perché le novità emerse all’ultimo momento necessitav­ano di chiariment­i. Dobbiamo sempre avviare un dialogo con le famiglie: se sono disponibil­i ad avviare un percorso per mettersi in regola, per noi il dialogo resta aperto».

Regole e burocrazia Bambini già iscritti, norme subentrate dopo, circolari. In alcuni casi può essere difficile

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Vicesindac­o Marilena Pillati, vice di Merola e assessore alla Scuola

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