«Ritardi? La legge ha stretto i tempi» E ci sono ottomila bimbi da controllare»
L’assessore Pillati: molte famiglie, anche se in regola, non avevano chiaro cosa fare
Negli ultimi mesi, ma soprattutto nelle ultime settimane, quando, proprio a ridosso dell’inizio della scuola, dal ministero sono arrivate le circolari esplicative, negli uffici comunali non si è fatto altro che parlare di vaccini. E di tutta la burocrazia e le pratiche da mettere in campo per cercare di semplificare il più possibile la vita alle famiglie, facendo al contempo far rispettare loro scadenze e obblighi fissati da Roma. Ma l’assessore alla Scuola e vicesindaco Marilena Pillati ha un obiettivo che ricalca quello del ministero: «Non lasciar fuori nessun bambino da scuola». Perché, dice, «la norma non vuole escluderli dai servizi educativi, ma aumentare i minori vaccinati».
Assessore, per gli asili nido, dove vi eravate già portati avanti dopo l’introduzione della legge regionale, l’essere in regola con le vaccinazioni era un requisito per l’iscrizione al servizio o comunque per il mantenimento del posto. Quanti nei nidi non sono in regola?
«Ci sono delle verifiche in corso. Con la legge regionale sui vaccini avevamo tempi più distesi, adesso la legge nazionale ha modificato tutto. Abbiamo una complessità che aggiunge agli oltre 3.000 bambini dei nidi gli oltre 5.000 della scuola dell’infanzia. È stata fatta una prima valutazione di tutta la documentazione, a cui sono seguite le verifiche. Ma abbiamo visto che molte famiglie, anche se in regola con gli obblighi vaccinali, non avevano chiaro che dovevano produrre la documentazione».
Quindi chi a oggi non è in regola con le certificazioni non è scontato che non sia in regola con i vaccini, secondo lei?
«No, perché in alcuni casi il mancato invio corrisponde a una mancanza di informazioni, il che è molto comprensibile. Ci aspettavamo ci potesse essere qualche ritardo, per noi è un fatto fisiologico. Poi nella scuola dell’infanzia, dove rispetto ai nidi i numeri sono molto alti, c’è il caso che ci sia qualcuno che non ha consegnato la documentazione, perché non ha la volontà di farlo. Lo sapremo quando avremo fatto tutte le verifiche».
I dirigenti scolastici lamentano poca chiarezza delle istituzioni per l’applicazione della legge. C’è confusione?
«C’è una norma che definisce un principio molto chiaro. A regime, nel 2019, non dovrebbe destare troppe incertezze, ma questo principio, declinato in un sistema con bambini già iscritti ma con una legge subentrata dopo, richiede procedure di transizione che le circolari hanno cercato di definire, ma che in alcuni contesti possono essere più difficili da applicare».
A San Giorgio di Piano c’è già un bambino non ammesso alla frequenza del terzo anno di scuola dell’infanzia. Linea troppo dura o giusta applicazione della legge?
«Noi dobbiamo verificare le singole posizioni che no sono chiaramente definibili. Capisco il dirigente che vuol far frequentare il bambino, ma se un genitore dichiara apertamente che non vuole vaccinare il figlio, il dirigente deve cercare di far rispettare una norma che comunque c’è. Le situazioni vanno gestite con molta cautela e molto consenso, ma le conflittualità vengono meno quando si tratta di nuove iscrizioni».
Ha avuto molto richieste di incontro da parte dei genitori su questo tema?
«Soprattutto a fine agosto. Sono stati incontri sereni, dove ho cercato di informarli, anche perché le novità emerse all’ultimo momento necessitavano di chiarimenti. Dobbiamo sempre avviare un dialogo con le famiglie: se sono disponibili ad avviare un percorso per mettersi in regola, per noi il dialogo resta aperto».
Regole e burocrazia Bambini già iscritti, norme subentrate dopo, circolari. In alcuni casi può essere difficile