Corriere di Bologna

Emilia, Lombardia, Veneto La battaglia dell’autonomia

Il pressing di Lombardia e Veneto che hanno scelto le urne, la scelta opposta di Bonaccini

- Di Olivio Romanini

Lontanissi­mi dalla Catalogna, ma lontani anche dai toni leghisti che preparano il referendum in Veneto e Lombardia del 22 ottobre, l’Emilia, lontano dai riflettori, porta in aula per il voto finale il suo progetto di autonomia, a Costituzio­ne vigente. Entro la legislatur­a ci si aspetta la legge dello Stato per il via libera.

A Barcellona la situazione politica sta degenerand­o e a pochi giorni dal referendum per l’indipenden­za della Catalogna, la Guardia Civil è entrata negli uffici del governo catalano e nessuno sa come andranno a finire le cose. In Veneto e in Lombardia, con un clima fortunatam­ente molto più disteso, il centrodest­ra e in particolar modo i governator­i leghisti Luca Zaia e Roberto Maroni si preparano al referendum consultivo per l’autonomia, un percorso politico da far pesare poi al tavolo di trattativa con il governo. Nelle stesse ore, abbastanza lontano dai riflettori, anche l’Emilia-Romagna sta provando a portare a casa il suo progetto di autonomia: un percorso arduo e non facile da spiegare, che però potrebbe portare oltre ad una maggiore agibilità politica su diverse materie, anche nuove risorse. Il tema per tutti, almeno in Italia, è trattenere una parte del cosiddetto residuo fiscale, cioè la quota di gettito prodotta localmente e poi distribuit­a a livello nazionale.

L’iter intrapreso dalla Regione è abbastanza rapido perché è iniziato a fine agosto con l’approvazio­ne di un documento con le linee di indirizzo della giunta e si concluderà il prossimo 3 ottobre quando l’assemblea legislativ­a voterà il documento finale. L’obiettivo è di chiudere tutto il processo, ed arrivare dunque all’approvazio­ne assoluta, sulla base di un’intesa fra il governo e la Regione interessat­a.

L’autonomia legislativ­a e amministra­tiva verrà chiesta al governo Gentiloni su quattro aree che sono centrali nell’attività dell’ente e che messe insieme praticamen­te vanno a toccare gli aspetti essenziali della macchina amministra­tiva regionale: lavoro e formazione, imprese, ricerca e sviluppo, sanità, governo del territorio e ambiente. L’obiettivo è quello di avviare una gestione diretta e con risorse certe su queste materie.

«Stiamo lavorando nei tavoli che abbiamo costituito con le parti sociali e gli amministra­tori — riferisce il governator­e Stefano Bonaccini —per ognuna delle competenze sulle quali chiediamo maggiore autonomia, dopo il 3 ottobre, con il documento finale approvato dall’assemblea, andremo a chiedere confronto e trattativa al governo».

Ieri il governator­e Roberto Maroni ha fatto appello ai sindaci e agli amministra­tori del Pd invitandol­i a fare fronte comune nella trattativa con il governo, soprattutt­o dopo il referendum e il suo prossimo sfidante alle elezioni regionali Giorgio Gori l’ha preso molto sul serio e parteciper­à ad un’iniziativa insieme a lui. Naturalmen­te la Lega Nord da queste parti ha un peso

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 ??  ?? Governator­i A destra, il presidente dell’EmiliaRoma­gna Stefano Bonaccini. Sotto, il governator­e lombardo Roberto Maroni e quello del Veneto Luca Zaia
Governator­i A destra, il presidente dell’EmiliaRoma­gna Stefano Bonaccini. Sotto, il governator­e lombardo Roberto Maroni e quello del Veneto Luca Zaia

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