Emilia, Lombardia, Veneto La battaglia dell’autonomia
Il pressing di Lombardia e Veneto che hanno scelto le urne, la scelta opposta di Bonaccini
Lontanissimi dalla Catalogna, ma lontani anche dai toni leghisti che preparano il referendum in Veneto e Lombardia del 22 ottobre, l’Emilia, lontano dai riflettori, porta in aula per il voto finale il suo progetto di autonomia, a Costituzione vigente. Entro la legislatura ci si aspetta la legge dello Stato per il via libera.
A Barcellona la situazione politica sta degenerando e a pochi giorni dal referendum per l’indipendenza della Catalogna, la Guardia Civil è entrata negli uffici del governo catalano e nessuno sa come andranno a finire le cose. In Veneto e in Lombardia, con un clima fortunatamente molto più disteso, il centrodestra e in particolar modo i governatori leghisti Luca Zaia e Roberto Maroni si preparano al referendum consultivo per l’autonomia, un percorso politico da far pesare poi al tavolo di trattativa con il governo. Nelle stesse ore, abbastanza lontano dai riflettori, anche l’Emilia-Romagna sta provando a portare a casa il suo progetto di autonomia: un percorso arduo e non facile da spiegare, che però potrebbe portare oltre ad una maggiore agibilità politica su diverse materie, anche nuove risorse. Il tema per tutti, almeno in Italia, è trattenere una parte del cosiddetto residuo fiscale, cioè la quota di gettito prodotta localmente e poi distribuita a livello nazionale.
L’iter intrapreso dalla Regione è abbastanza rapido perché è iniziato a fine agosto con l’approvazione di un documento con le linee di indirizzo della giunta e si concluderà il prossimo 3 ottobre quando l’assemblea legislativa voterà il documento finale. L’obiettivo è di chiudere tutto il processo, ed arrivare dunque all’approvazione assoluta, sulla base di un’intesa fra il governo e la Regione interessata.
L’autonomia legislativa e amministrativa verrà chiesta al governo Gentiloni su quattro aree che sono centrali nell’attività dell’ente e che messe insieme praticamente vanno a toccare gli aspetti essenziali della macchina amministrativa regionale: lavoro e formazione, imprese, ricerca e sviluppo, sanità, governo del territorio e ambiente. L’obiettivo è quello di avviare una gestione diretta e con risorse certe su queste materie.
«Stiamo lavorando nei tavoli che abbiamo costituito con le parti sociali e gli amministratori — riferisce il governatore Stefano Bonaccini —per ognuna delle competenze sulle quali chiediamo maggiore autonomia, dopo il 3 ottobre, con il documento finale approvato dall’assemblea, andremo a chiedere confronto e trattativa al governo».
Ieri il governatore Roberto Maroni ha fatto appello ai sindaci e agli amministratori del Pd invitandoli a fare fronte comune nella trattativa con il governo, soprattutto dopo il referendum e il suo prossimo sfidante alle elezioni regionali Giorgio Gori l’ha preso molto sul serio e parteciperà ad un’iniziativa insieme a lui. Naturalmente la Lega Nord da queste parti ha un peso