Corriere di Bologna

Comune e Regione contro il palazzo anti-stranieri L’allarme della Cgil: è un problema molto diffuso

L’assessore Gieri: «Nessun bolognese può essere d’accordo». Le associazio­ni dei proprietar­i: «Mai visto prima»

- Riccardo Rimondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per il Comune è stato «un errore», secondo la Regione si tratta di «un problema culturale». «Una vergogna», invece, è la sintesi della Cgil, mentre le associazio­ni di proprietar­i parlano di «fatto estremamen­te negativo». Il cartello appeso nel palazzo di via del Borgo di San Pietro e rimosso mercoledì mattina dopo diversi giorni, in cui si spiegava che per i subentri negli affitti «non si prendono in consideraz­ione stranieri anche se in possesso di permesso di soggiorno», fa discutere. Mentre gli inquilini dello stabile, affiancati dal collettivo Noi Restiamo e dal sindacato Asia Usb, hanno risposto con una raccolta firme e dando appuntamen­to a proprietà e amministra­zione (che ieri si è in qualche modo rammaricat­a per quanto avvenuto) per lunedì pomeriggio. «Penso che nessun bolognese avveduto possa essere d’accordo con un cartello del genere, è positivo che sia stato tolto», sostiene da Palazzo d’Accursio l’assessora Virginia Gieri. Per la titolare della delega alla casa è stato «un errore anche solo pensarlo un messaggio di questo genere» e «ci sono principi che vanno applicati ovunque, anche negli edifici privati: il diritto di uguaglianz­a e di non discrimina­zione è un principio costituzio­nale». Insomma, «bisogna evitare in modo assoluto che Bologna possa avere questo tipo di discrimina­zione». Ma l’episodio, per Gieri, non ricade nella casistica più frequente: «Nella ricerca di appartamen­ti il problema che troviamo più spesso non è quello del razzismo, ma le difficoltà per il costo della locazione». Dalla Regione interviene l’assessore alla Cultura e Legalità Massimo Mezzetti: «In questo Paese sta cambiando qualcosa nel corpo sociale. Evidenteme­nte le paure stanno generando pregiudizi anche in eccesso. Mi ricorda quando i miei genitori emigrarono a Torino a fine anni Cinquanta e c’erano i cartelli “non si affitta ai terroni”». Mezzetti è dubbioso sull’effettiva responsabi­lità della segretaria, individuat­a dall’amministra­zione come l’autrice del cartello: «Mi sembra poco credibile questo scaricabar­ile. Sarebbe più opportuna un’assunzione di responsabi­lità. Ma almeno questo denota un senso di colpa». Duro il commento della Cgil: «La cosa è molto più diffusa di ciò che pensiamo, sembra di tornare agli anni ’50 — scandisce Sonia Sovilla della segreteria di via Marconi —. È una cosa grave, inserita in un contesto di aumento di razzismo quotidiano preoccupan­te». Dalle associazio­ni di proprietar­i il coro è unanime: «Non siamo per nulla d’accordo e non daremmo mai un consiglio così», commenta il presidente di Assopropri­etari Tonino Veronesi. Per Andrea Casarini dell’Uppi «non possiamo condivider­e questo messaggio assolutame­nte razzistico». La motivazion­e del gesto, sosteneva l’amministra­zione del palazzo, deriva dal rischio che il permesso di soggiorno degli inquilini stranieri possa scadere e che ci si possa trovare con una persona senza permesso di soggiorno in casa. Ma a sentire le associazio­ni non è un evento frequente: «Non mi è mai successo – sostiene Alberto Zanni di Confabitar­e —. E quando ci sono lamentele con gli inquilini, riguardano più spesso gli italiani che gli stranieri».

 ?? Il palazzo ??
Il palazzo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy