Sedici milioni di affitti passivi Il Demanio fa i conti
Da un progetto all’altro, da un’ex caserma all’altra: non più Stamoto, ma Staveco. Dalla periferia al centro, la futura cittadella della giustizia fa il suo giro e in seguito all’accordo raggiunto due giorni fa tra il ministero di Giustizia e il Comune toccherà ancora una volta all’Agenzia del Demanio, proprietaria delle aree, predisporre il piano di trasferimento degli uffici giudiziari ora in locazione privata. «L’Agenzia è una struttura dello Stato che però è di servizio e dialoga anche con le amministrazioni locali», spiega il direttore, in via di riconferma, Roberto Reggi. Un anno fa annunciò al Corriere di Bologna il piano per trasferire degli uffici alla Stamoto, ma «giovedì nell’incontro a cui abbiamo partecipato è stato abbandonato quel progetto e ora lavoreremo per uno spostamento alla Staveco solo degli uffici ora in locazione. Del resto il nostro obbiettivo è abbattere le locazioni passive». Che a Bologna per gli uffici statali ammontano a 16 milioni annui, 5 per la giustizia. «Ora apriremo un tavolo tecnico per individuare il fabbisogno e anche gli immobili disponibili, definire i costi, fare i rilievi e tutto quello che avevamo già fatto alla Stamoto». Difficile ora stabilire i tempi di realizzazione, mentre l’argomento Làbas è rimasto nelle retrovie. «Non ne abbiamo parlato, ma non ho pregiudizi sulle occupazioni temporanee concordate, non le escludo». E alla Stamoto cosa succede? «Faremo tesoro dei lavori svolti e cercheremo di individuare quali uffici statali poter trasferire», dice Reggi, ieri a Bologna ad un convegno di Confcooperative sulla valorizzazione del patrimonio pubblico: «invitiamo potenziali investitori a proporre progetti di sviluppo e trasformazione dei beni dello stato, ci sono norme favorevoli in particolare per gli under 40: sul nostro sito sono indicati tutti i beni disponibili».