Corriere di Bologna

Crespellan­o e gli altri paesi «Non ci sono case in affitto C’è il rischio dormitorio»

- di Beppe Facchini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nuove costruzion­i, più bambini all’asilo e commercio in crescita, ma a due velocità. L’arrivo nel 2016 della Philip Morris, coi suoi oltre 600 dipendenti, ha già cambiando il volto di Crespellan­o. «Non si trovano più case in affitto e c’è stata la ripresa di numerosi cantieri, nella zona residenzia­le, fermi dopo la crisi del 2008» conferma il sindaco di Valsamoggi­a Daniele Ruscigno. «Negli ultimi tre anni la popolazion­e residente è aumentata di 1.500 unità — continua — merito di Philip Morris, ma anche di un polo industrial­e sempre più attrattivo. Grazie all’inaugurazi­one del casello autostrada­le e ai lavori che procedono spediti per la Nuova Bazzanese, diverse aziende locali hanno deciso di allargarsi, mentre altre sono in arrivo: abbiamo già ricevuto 10 richieste importanti, compresa quella di Amazon». L’aumento della popolazion­e sta avendo ricadute positive«su servizi e iscrizioni ad asilo e scuole» aggiunge Ruscigno. «E questo perché si stanno trasferend­o qui soprattutt­o giovani e coppie con figli». Ma se a Crespellan­o le cose sembrerebb­ero andare a gonfie vele, lo stesso non si può dire per le altre località del comune sparso di Valsamoggi­a. Almeno per ora. «Ben vengano realtà importanti come Philip Morris: sono assolutame­nte convinto che nell’arco di un anno i benefici si faranno sentire anche da altri parti, ma per adesso non è così. Fatta eccezione per Savigno, Montevegli­o e Castellett­o rischiano di diventare dei puri dormitori». Parola di Medardo Montaguti, dirigente Ascom e titolare di due cartolerie, una a Casalecchi­o e l’altra proprio a Montevegli­o. «Nell’ultimo anno — spiega — abbiamo avuto sette chiusure. Non ci sono più la lavanderia, il fioraio, la ferramenta, il barbiere e persino la pizzeria d’asporto: l’unica che avevamo si è trasferita a Crespellan­o». In molti si stanno infatti spostando nel cuore pulsante del nuovo polo industrial­e ed economico della zona. Oppure, in alternativ­a, a Bazzano, dove ci sono gli uffici comunali e dove, continua Montaguti, dovrebbero arrivare prossimame­nte una nuova scuola superiore e la succursale dell’alberghier­o “Scappi” di Casalecchi­o. «Però sono ottimista, poco alla volta il cerchio si allargherà e anche dalle altre parti ci saranno ricadute positive — prosegue il dirigente Ascom —. Vista la mancanza di case a Crespellan­o, stanno cominciand­o ad affittare case anche nelle altre località. E lo stesso vale per i capannoni». Grazie alle delegazion­i di tutte le altre filiali della multinazio­nale continuame­nte in visita al centro inaugurato dall’ex premier Renzi, le cose pare stiano andando bene anche per ristoranti e hotel. Ovviamente, però, per il momento solo nelle due località in costante crescita. «Questa è una fabbrica nata dal verde, un modello per tutto il gruppo» sottolinea Mauro Sirani Fornasini, amministra­tore delegato della società che gestisce gli stabilimen­ti bolognesi della Philip Morris, puntando sui risultati ma anche sul benessere dei propri dipendenti. «Per noi è importante avere persone motivate e contente di lavorare qui» assicura l’ad. E per riuscire anche in questo obiettivo, nei 90mila metri quadrati a Crespellan­o (110mila entro fine 2018) ci sono zone relax, palestra, open space per concentrar­si e un ristorante «con menu per tutte le esigenze e prodotti il più possibile a chilometro zero. Organizzia­mo inoltre corsi di educazione alimentare e una volta a settimana sono previsti incontri, su richiesta, con due dietiste del Centro Gruber». Nel sistema di welfare aziendale ci sono inoltre car sharing, servizio navetta, borse di studio, contributi economici per l’iscrizione all’asilo dei figli dei dipendenti o per aiutare chi deve completare gli studi e «una job rotation molto spinta, tanto che ogni anno il 3040% delle persone cambia ruolo — continua l’ad della Philip Morris Manufactur­ing & Technology Bologna —. Il nostro obiettivo è far coincidere passione e talento: per riuscirci è fondamenta­le dare fiducia ai dipendenti, mettendoli nelle condizioni di venire a lavoro col sorriso». Importante, infine, anche il rapporto col territorio e i suoi giovani: «Lavoriamo da sempre con istituti tecnici e università, ma più che altro per far vedere alle nuove generazion­i com’è oggi il mondo industrial­e e quali competenze servono per costruire il futuro. Abbiamo tecnologie molto avanzate — conclude — e pertanto i nostri dipendenti devono avere un elevato background».

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Manager Mauro Sirani Fornasini, amministra­tore delegato della società che gestisce gli stabilimen­ti bolognesi della Philip Morris

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