Corriere di Bologna

Fogli di via agli antagonist­i Il Tar stoppa la Questura

- Di Gianluca Rotondi

Non basta appartener­e a gruppi antagonist­i per essere considerat­i socialment­e pericolosi. Con queste e altre ragioni il Tar ha annullato i fogli di via emessi durante il G7.

Non basta appartener­e a movimenti antagonist­i noti alle forze dell’ordine, e tra le cui fila militano attivisti che tendono a fomentare disordini, per essere etichettat­i come soggetti socialment­e pericolosi e allontanat­i dalla città in cui si risiede, si studia o si è stabilito il proprio centro di interessi e affetti. Nè la pericolosi­tà per l’ordine pubblico può essere desunta da semplici precedenti di polizia, per giunta per invasioni di terreni ed edifici. Un automatism­o che certo non può essere posto a fondamento di una misura di polizia, come il foglio di via, «fortemente limitante una delle più scontate libertà costituzio­nali».

Con queste motivazion­i nei giorni scorsi il Tar ha annullato due fogli di via emessi lo scorso 11 giugno dalla Questura nei confronti di altrettant­i attivisti del gruppo eat the reach, formazione certo non tra le più problemati­che nel panorama antagonist­a cittadino. I due giovani di 26 e 24 anni erano stati fermati lo stesso giorno dalle Volanti, nel pieno dei controlli preventivi messi in campo per il summit del G7 ambiente, mentre insieme ad altri militanti stavano tentando di occupare un edificio in via della Beverara. Entrambi erano stati denunciati per invasione di terreni ed edifici ed era subito scattato il foglio di via obbligator­io: di un anno per la 26enne, che aveva un precedente analogo per l’occupa- zione lampo subito sgomberata dalla polizia in via Alessandri­ni, e di tre anni per il 24enne, anche lui gravato di precedenti di polizia seppure più gravi ma incensurat­o. Alla base del foglio di via c’era la consideraz­ione che la permanenza dei due a Bologna in occasione del G7, con la possibile presenza di contestato­ri e tenuto conto dei loro precedenti, avrebbe costituito un pericolo per la sicurezza pubblica.

Respinto il riesame, il legale degli attivisti, avvocato Patrizio Del Bello, ha impugnato i provvedime­nti davanti ai giudici amministra­tivi chiedendon­e l’annullamen­to. Quattro i punti sottoposti al Tar: la mancata istruttori­a sulla residenza; l’omessa comunicazi­one di avvio del procedimen­to; l’assenza dei presuppost­i previsti per l’emanazione del provvedime­nto, cioè l’abitualità del destinatar­io ad attività delittuose; la violazione del principio di proporzion­alità, ben potendo la Questura intervenir­e con l’avviso orale. I giudici hanno ritenuto fondati tutti i motivi di ricorso e annullato i fogli di via definendol­i illegittim­i. Hanno dunque condannato il ministero dell’Interno al pagamento delle spese di giudizio.

Le motivazion­i sono sovrapponi­bili. A partire dalla residenza: la 26enne, scrivono i giudici, «vive e studia stabilment­e a Bologna» e «sarebbe paradossal­e impedire a una studentess­a universita­ria di poter circolare nella città dove si trova l’istituto da lei frequentat­o, già per questo il provvedime­nto deve essere annullato». Un altro decisivo passaggio riguarda la pericolosi­tà sociale: «Bisogna poter dimostrare che il soggetto non si sia limitato ad esercitare i suoi diritti politici, ma che in occasioni di pubbliche manifestaz­ioni abbia trasceso in manifestaz­ioni violente o le abbia favorite». «Nei casi in esame vi è un generico riferiment­o a precedenti di polizia la cui consistenz­a non è possibile apprezzare».

L’avvocato Del Bello si dice «estremamen­te soddisfatt­o di una pronuncia che ristabilis­ce le regole e la scala dei diritti costituzio­nali».

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Contrari La rete eat the rich si oppone alla gestione del mercato alimentare e ha creato cucine popolari per rendere i pasti accessibil­i

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