Murgia e Fois interpretano Grazia Deledda
Stasera all’Oratorio di San Filippo Neri lo spettacolo sulla scrittrice
Quando Marcello Fois scriveva Quasi Grazia, «romanzo in forma di teatro» sulla figura di Grazia Deledda, aveva già in mente non poche condizioni per la messa in scena, prima delle quali era che a rappresentare l’unica scrittrice italiana (e ancora sottovalutata) ad avere vinto un Nobel per la Letteratura fosse Michela Murgia. Lei non ci ha pensato un secondo e Quasi Grazia è diventata una pièce teatrale che, prodotta da Sardegna Teatro, sarà al Teatro Laura Betti di Casalecchio a febbraio. Ma stasera Murgia e Fois, insieme agli attori del cast, aprono la stagione del Lab-Oratorio di San Filippo Neri con Aspettando quasi Grazia (via Manzoni, 5, ore 21, ingresso libero). Una lettura teatrale in cui Michela Murgia dà corpo all’autrice di Canne al vento e Marcello Fois commenterà alcuni passi. Il recital inaugura anche il filone «La parola alle donne» del San Filippo Neri e ha dato vita a un progetto che coinvolge la Biblioteca italiana delle donne e alcuni licei di Bologna.
Fois, cos’è« Aspettando Quasi Grazia»?
«Un grande trailer dello spettacolo. La sua versione light. Non una messinscena, ma una lettura teatrale, con gli stessi protagonisti della pièce, più io che racconto il progetto».
Perché ha preteso che Grazia Deledda fosse Michela Murgia?
«Avevo posto una marea di condizioni. La prima, indiscutibile, era questa. Michela è il transfert scrittrice-attrice. È il personaggio vivo che alberga nell’esperienza contemporanea. È metateatro. Anche su altre condizioni non ho mediato, come la scelta di una regista donna, Veronica Cruciani, o che l’attore che impersona il marito, Palmiro Madesani, non fosse sardo, per dare il senso dello spaesamento di uno del continente che va in Sardegna. Un po’ come mia moglie quando sposò me».
E lei, Murgia, come si è calata nel ruolo di attrice?
«Il termine è improprio nel mio caso. Non ho alcuna intenzione di fare l’attrice nella vita: è
Murgia Nella vita non voglio fare l’attrice ma non ho potuto rifiutare:Ho preso in carico carico di un’eredità intellettuale di un’autrice così amata da noi sardi quanto sottovaluta ta dal resto dell’Italia Fois Anche altri autori sono sottovaluta ti, come Gadda, ma forse il problema è più profondo; Se guardiamo al Canone delle opere letterarie della nostra letteratura, compaiono quasi solo uomini
già complicato il mio mestiere. Qui però aveva un senso. Essere chiamata da Marcello e sentirsi dire che questo testo va in scena solo se ci sono io per me significava la presa in carico di un’eredità intellettuale di un’autrice così amata da noi sardi quanto sottovalutata dal resto dell’Italia. E ho detto subito di sì».
Perché Grazia Deledda è ancora così sottovalutata?
M.: «Deledda non è stata mai pienamente riconosciuta e mai capita. Ha iniziato ad essere bilingue solo dopo i 30 anni. È concepita in quanto straniera. Canne al vento è considerato più straniero un di Cime tempestose o un romanzo di Jane Austen».
F.: «È sottovalutata come lo sono Buzzati, Gadda, Morante, ed è una roba da chiodi. Ma forse il problema è più profondo. Se guardiamo al Canone delle opere letterarie della nostra letteratura, compaiono quasi solo uomini e Canne al vento è stata inserita con grande ritardo».
Sebbene Deledda sia stata politicamente agnostica, perché, secondo lei Murgia, è stata così importante nel cammino dell’emancipazione della donna?
«Non sono d’accordo con la leggenda di Deledda politicamente inattiva. Ricordiamoci che visse in tempi in cui le donne non avevano diritto di voto. Certo, non era Rosa Luxemburg, lei lottò per i diritti propri. Con suo marito strinse un patto assolutamente moderno, che pagò caro. Oggi dobbiamo ringraziare donne come lei, o come Matilde Serao».
Le donne in letteratura sono svantaggiate in Italia?
M.: «Basta vedere cosa succede ai premi letterari. Le cose sono due: o non sanno scrivere o le sottovalutano».
Lei cosa pensa?
«La seconda che ho detto».
F: «Se guardiamo l’albo del Premio Strega, l’ultima donna ad averlo vinto è stata Melania Mazzucco nel 2003. Sono numeri impietosi e molto opinabili».
Siete sardi, amate la Sardegna: com’è stato il vostro incontro?
F.: «Ci siamo presi caratterialmente. Abbiamo un rapporto fraterno. Questo non vuol dire che andiamo sempre d’accordo!»
M.: «Con Marcello c’è fratellanza. Un sodalizio lungo molti anni. E tra autori non è un fatto scontato».
Fois, Murgia non sarà attrice, ma lei scriverà ancora per il teatro?
«Questa esperienza è stata così positiva che dico: speriamo».