Saluto romano a Marzabotto Bufera sul calciatore dilettante
Sdegno e solidarietà da parte di Renzi. La società sospende e multa il giocatore, che si scusa
Scoppia una bufera politica sul caso del calciatore che sul campo del Marzabotto ha esultato dopo il gol facendo il saluto romano e mostrando una maglietta nera con l’Aquila simbolo della Rsi.
Il Comune di Marzabotto adirà le vie legali, sostenuto dal sindaco Merola. Interviene il segretario del Pd, Renzi e il governatore Bonaccini invita il giocatore a visitare il sacrario dei caduti dell’eccidio di Marzabotto.
Sui campi di calcio dilettantistico succedono spesso cose orribili alle partite della domenica ma di solito si tratta solo di falli scomposti, di tiri in tribuna o di gol sbagliati a porta vuota. Ieri a Marzabotto, al termine della sfida di seconda categoria tra la squadra di casa e il Futa 65 è successo molto di peggio. Per festeggiare dopo il gol decisivo del 2 a 1 che dà la vittoria agli ospiti il 25enne Eugenio Maria Luppi non trova di meglio che mostrare al pubblico la sua maglietta nera con un tricolore sul petto e l’aquila, simbolo della Repubblica sociale italiana e nel caso non fosse già stato abbastanza chiaro saluta con il braccio teso quelli che lo applaudono. La società, che era all’oscuro dell’iniziativa, lo ha sospeso e multato e lui si è scusato ma il danno ormai è stato fatto.
Può essere che un tempo il gesto di Luppi, compiuto nel paese teatro di una delle tragedie del Novecento, l’eccidio nazifascista a Monte Sole, sarebbe rimasto solo una brutta pagina confinata alle cronache locali. Ma il video dell’esultanza, nell’epoca dei social, ha colpito e la vicenda è diventata un caso nazionale tanto che ieri è intervenuto anche il ministro dello Sport, Luca Lotti: «Quello che è avvenuto durante una partita di calcio a Marzabotto è inaccettabile — ha detto — perché avviene in un luogo simbolo di un’immane tragedia che merita il rispetto della memoria. Un gesto che non va sottovalutato ma condannato con fermezza, non bisogna mai abbassare la guardia».
Il caso potrebbe poi avere anche uno strascico legale. «Si tratta di un atto intollerabile per la nostra comunità, a tal punto che si procederà per le vie legali per chiedere l’applicazione delle leggi esistenti che puniscono il reato di apologia del fascismo» ha detto il sindaco di Marzabotto, Romano Franchi, con il sostegno di tutta la sua giunta. Al fianco di Marzabotto nell’eventuale causa, lo ha promesso ieri ci sarà anche la città metropolitana del sindaco Virginio Merola.
E anche l’Anpi di Marzabotto sta pensando di procedere per via legali e in un comunicato ha scritto che «vorremmo sapere se l’atleta conosce la storia di Marzabotto». Una domanda retorica anche se mai dire mai. Ieri il giocatore del Futa 65 si è scusato sul profilo Facebook della società: «Esprimo il mio più totale e sincero pentimento. Sono consapevole di aver recato offesa non solo alle associazioni partigiane e antifasciste ma a tutta la comunità di Marzabotto. Ho agito con leggerezza».
Di sicuro il giovane goleador non immaginava che il suo gesto potesse essere commentato dal segretario nazionale del Pd Matteo Renzi che ha espresso sdegno per l’accaduto e solidarietà alla comunità di Marzabotto. Il segretario del Pd di Bologna, Francesco Critelli, non ci è andato per il sottile: «Un gesto infame in un Comune simbolo della Resistenza». E anche il governatore Stefano Bonaccini non ha fatto mancare le sue parole. «Quello che è successo sul campo di calcio a Marzabotto è indegno, e per colui che si è reso protagonista di questo gesto propongo che venga obbligato a visitare il sacrario dove sono stati riuniti i resti delle centinaia di civili inermi trucidati in una delle più efferate stragi nazifasciste». Difficile che la proposta di Bonaccini abbia un seguito e prima o poi Luppi tornerà a fare gol: sarebbe già tanto se cambiasse il modo di esultare.
Bonaccini «Dovrebbe andare a visitare il sacrario dei caduti dell’eccidio di Monte Sole»