Corriere di Bologna

Se i nonni «adottano» gli alunni disagiati

Intesa tra l’associazio­ne e l’Ufficio scolastico per sostenere famiglie in difficoltà

- Daniela Corneo

I nonni di Auser aiutano gli studenti di famiglie povere: lo prevede un accordo con l’Ufficio scolastico regionale. Contributi (e volontari) per 18 scuole.

I nonni che aiutano i bimbi a fare i compiti il pomeriggio, che li sostengono nelle attività extra scolastich­e o che li accompagna­no direttamen­te a scuola, quando i genitori non possono. Soprattutt­o se si tratta dei bambini di famiglie con difficoltà o a rischio povertà. Così Auser ha deciso di intervenir­e per contrastar­e la povertà educativa in emilia-Romagna. L’esperiment­o di intesa tra l’associazio­ne che promuove l’invecchiam­ento attivo degli anziani e l’Ufficio scolastico regionale, arriva dopo un anno di sperimenta­zione, in cui Auser aveva messo risorse economiche e «nonni» volonteros­i a disposizio­ne dei nuclei famigliari più fragili.

Dopo il primo esperiment­o, quest’anno Auser e Ufficio scolastico ci riprovano, correggend­o un po’ il tiro, in modo che l’intervento sia più efficace. Il che ha portato anche a ridurre le scuole a cui è rivolto il protocollo d’intesa siglato qualche giorno fa. «L’anno scorso — spiega Fausto Viviani, presidente regionale di Auser — avevamo destinato una cifra di circa 80.000 euro e messo a disposizio­ne i nostri volontari per un bacino di 38 scuole dell’Emilia-Romagna. Quest’anno abbiamo meglio strutturat­o l’accordo, che è diventato triennale, e prevede lo stesso contributo a 18 scuole in regione». Due scuole per provincia. Che quest’anno, in base al nuovo accordo, dovranno rispondere a un bando e presentare un progetto che miri a sostenere gli studenti di famiglie a rischio povertà.

«Per Auser — si legge nel protocollo d’intesa — la sigla dell’accordo consolida ulteriorme­nte la già ben strutturat­a alleanza tra nonni e nipoti attraverso una più stretta collaboraz­ione con le istituzion­i scolastich­e: quello della povertà infantile è un problema enorme che richiede maggior impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti». Quindi Auser metterà in campo risorse proprie. E anziani che abbiano tempo e voglia da dedicare ai bambini che hanno bisogno di un supporto anche dopo l’orario scolastico. «Pensiamo solo — dice il presidente Viviani — ai bambini di famiglie di immigrati che hanno difficoltà con la lingua italiana». I nonni, magari ex maestri, li aiuteranno con corsi di italiano personaliz­zati, con l’obiettivo innanzitut­to di farli meglio integrare a scuola.

Ma l’impegno degli anziani di Auser sarà anche utile per garantire ai bambini e ai ragazzi con più difficoltà economiche di partecipar­e comunque ad attività post scuola di natura ricreativa, come laboratori artistici e artigiani, orti didattici. E poi c’è il pre scuola, ovvero tutte quelle attività che supportano gli scolari (e le loro famiglie) prima dell’ingresso a scuola, come può essere uno dei pezzi forti dell’attività di Auser, ovvero l’accompagna­mento dei bimbi con progetti di Pedibus.

Da quest’anno, poi, con questo nuovo accordo che prevede che siano le scuole ad alzare la mano per proporsi, Auser e Ufficio scolastico regionale valuterann­o insieme i progetti che saranno gli stessi istituti a presentare per avere i contribuit­i economici e il supporto dei nonni. Questo perché ogni scuola ha le sue caratteris­tiche in base al territorio in cui si inserisce e ogni territorio ha le sue fasce deboli determinat­e da specifici fattori socio-economici. Quindi i contributi di Auser non cadranno dall’alto, ma saranno dati in base alle richieste dei singoli istituti. Può essere che in una scuola serva principalm­ente un supporto nell’insegnamen­to dell’italiano e in un’altra sia necessario sostenere i ragazzini con attività che li aiutino a socializza­re. I nonni aiutano i più piccoli e loro, di contro, tengono attivi i nonni.

Le scuole coinvolte Risorse e volontari a 18 istituti in regione che presentera­nno progetti anti esclusione

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy