Alexander Lonquich entra «Nella nebbia» di Leos Janácek
Aconclusione del ciclo «Ritratto d’artista», nuovo recital pianistico di Alexander Lonquich questa sera alle 20,30 nella Biblioteca del Centro San Domenico. Il pianista di origine tedesca ma naturalizzato italiano eseguirà le Sonate D.625 e D.958 di Schubert associandole a Ländler di Rihm e Nella nebbia di Janácek. Il cinquantasettenne musicista, figlio d’arte, negli anni è stato impegnato con direttori d’orchestra quali Claudio Abbado, Kurt Sanderling, Ton Koopman, Emmanuel Krivine e Heinz Holliger. Nel 2003 Lonquich ha poi formato, con la moglie Cristina Barbuti, un duo pianistico che si è esibito con grande successo, senza però mai rinunciare a un intenso lavoro in campo didattico. Dieci anni dopo Lonquich ha creato nella propria abitazione fiorentina, sempre con la moglie, Kantoratelier, un piccolo spazio teatrale dove materie a lui care, come psicologia, musica e teatro, vengono approfondite grazie a laboratori, seminari e concerti. Schubert, con cui si aprirà il concerto di stasera, è da sempre fondamentale nella ricerca interpretativa di Lonquich. Sin da quando nel 1977, a soli sedici anni, vinse il Concorso Casagrande di Terni. «Schubert l’ho scoperto negli anni Settanta — ha raccontato Lonquich — quando la sua immagine di compositore stava mutando. Da compositore intimista, capace di scrivere splendide melodie, grande autore di Lieder nonché d’importanti opere da camera e sinfoniche ma pur sempre ritenuto per così dire bucolico, si stava scoprendo un altro Schubert. Un autore segnato da un pessimismo abissale, da una visione profondamente drammatica dell’esistenza, che egli sapeva esprimere in maniera unica anche nelle forme lunghe».