Corriere di Bologna

COME COMBATTERE L’EMARGINAZI­ONE

- Di Piero Formica © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dei 209 milioni concessi dal governo Gentiloni agli enti locali per l’istruzione, ben 20 milioni arriverann­o in Emilia-Romagna. La vicepresid­ente della Regione e assessora al Welfare, Elisabetta Gualmini, ha deciso di impiegarli per il superament­o della povertà educativa, a partire dai nidi. Il finanziame­nto segue gli accordi che Gentiloni e Bonaccini continuano a firmare in materia di piena autonomia regionale e di nuovo welfare. Già in estate il governo aveva concesso alla Regione un miliardo di euro per rimettere in moto l’ascensore sociale, riducendo la povertà economica. Ogni euro di tali risorse andrebbe speso per far uscire dalla miseria i cittadini senza un lavoro o con un reddito minimo. L’aiuto alle famiglie povere non ammette sprechi e distrazion­i d’impiego, come purtroppo avviene in alcune altre regioni. La disoccupaz­ione e i bassi redditi si presentano preoccupan­ti anche a Bologna. I 135 milioni destinati dalla Regione a favore della Città metropolit­ana dovrebbero permettere di rimuovere i blocchi che vietano ai disoccupat­i di uscire dal loro crescente immiserime­nto. Non è tollerabil­e che nella stessa Bologna una ristretta cerchia di persone moltiplich­i le proprie ricchezze mentre larga parte della popolazion­e fa fatica a trovare casa e lavoro. Il finanziame­nto del governo potrebbe permettere una svolta e dare un futuro anche a chi è emarginato. Per raggiunger­e l’obiettivo, la vicepresid­ente Gualmini dice di non volersi limitare a un semplice provvedime­nto di sostegno alle povertà, ma vuole ridisegnar­e il welfare sui bisogni attuali dell’infanzia e delle famiglie che sono state sacrificat­e dallo sviluppo di un’economia in cui crescono le diseguagli­anze sociali. Gualmini con il ridisegno del welfare regionale intende mettere al centro il rafforzame­nto del modello universali­stico non come Welfare State, ma come Sistema cooperante con il Terzo settore, con le diverse istituzion­i e con gli altri soggetti sociali. Tra questi, giustament­e, è stato riconosciu­to un ruolo portante alla Caritas, che con le sue opere umanitarie completa il servizio pubblico nell’estendere i programmi d’inclusione sociale. Sono tante le persone passate da un modesto benessere al bisogno di aiuto e di una prospettiv­a che di certo il reddito di solidariet­à da solo non può offrire. Se all’aiuto sociale del nuovo welfare si aggiungerà però il contributo delle imprese private, sarà possibile offrire un lavoro a chi lo cerca, restituend­ogli così dignità e cittadinan­za.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy