Comunale, Sani sfiduciato Merola sceglie Macciardi
Merola sfiducia il sovrintendente (a metà mandato). Al suo posto il direttore generale Macciardi
Cala il sipario su Nicola Sani: il suo incarico da sovrintendente cessa. Al suo posto il dg Macciardi.
Una seduta del Consiglio di indirizzo del teatro Comunale, la più attesa della stagione, e Nicola Sani termina il suo incarico di sovrintendente: un comunicato secco, i ringraziamenti di rito e al posto suo — come anticipato dalle pagine di queste giornale — sale l’attuale direttore generale Fulvio Macciardi.
Un tecnico esperto, Macciardi, da anni al servizio della Fondazione bolognese. La decisione arriva a seguito di mesi molto concitati, in cui si sono incrociati «il caso Bosso», che ha fatto infuriare la politica, le incomprensioni sulla Filarmonica con cui ancora deve essere stipulata una convenzione, e il taglio del Fus di 300 mila euro che ha scoperchiato i conti ancora in rosso di un teatro che sta seguendo con Roma un difficile piano di risanamento. A torto o a ragione, la reputazione di Sani, giudicato inizialmente proprio da Merola molto attivo, efficiente e indispensabile per la vita del teatro, deve essersi incrinata. Ora, si attende solo la nomina, richiesta dalla legge, da parte del ministero dei beni Culturali — che si dà per scontata — e l’avvicendamento è fatto. Ufficialmente si dichiara che la conferma dovrebbe arrivare entro l’anno, ma in realtà potrebbero bastare anche pochi giorni.
Così Sani, dopo aver «estinto» solo metà del suo mandato bolognese, tornerà alle attività di compositore e di direttore artistico dell’Accademia Chigiana di Siena.
La nota diffusa ieri al termine del Consiglio recita dunque così: «Il sindaco Virginio Merola, presidente della Fondazione teatro Comunale e il sovrintendente Nicola Sani hanno convenuto di giungere alla risoluzione consensuale del contratto del Maestro Sani». «Abbiamo risposto alla necessità del teatro — ha dichiarato il sindaco — di contare su una presenza costante e interamente dedicata al ruolo di sovrintendente, permettendo in questo modo al Maestro Sani di seguire e sviluppare pienamente le sue attività in campo artistico». Nella nota, si indica poi Macciardi come successore da sottoporre al benestare di Franceschini e si conclude con i ringraziamenti e apprezzamenti per il lavoro di Sani «svolto fino ad ora». Lavoro che, per altro, continuerà a svolgere fino all’ufficializzazio- ne del successore.
Letta così, sembra che lo stesso Sani abbia chiesto di smarcarsi, in quanto molto preso dai suoi impegni artistici, ma è più probabile che in questi mesi di attesa (in cui la riunione del Consiglio veniva continuamente rimandata) le stanze dei bottoni della Fondazione siano state teatro di convulse trattative. In questo ultimo periodo Sani non ha smesso di cercare sponsor privati e di attivare relazioni internazionali. La prima ipotesi che circolava era quella di mantenerlo nel ruolo di direttore artistico ma, messi sul piatto la propo- sta economica e la volontà di alcuni settori del teatro di non legare più il nome di Sani alla Fondazione, alla fine l’ha avuta vinta la risoluzione del contratto unita a un’adeguata buonuscita. Sarà poi facoltà di Macciardi nominare un direttore artistico, ma la figura non è necessaria: per statuto non è obbligatoria. Almeno finché resta in carica Michele Mariotti come direttore principale (il contratto scade al termine della stagione del 2018 e Mariotti non lo rinnoverà preferendo mete internazionali) sarà presumibilmente quest’ultimo a coadiuvare il sovrintendente nelle scelte artistiche. Non è chiaro se la decisione del Cdi sia stata votata all’unanimità. Di sicuro si è dato corpo a una convinzione del sindaco, con qualche malumore, pare, da parte della Regione, contrariata per non essere stata sufficientemente coinvolta nella scelta.
Esprime preoccupazione la Cgil: «Una decisione del genere avrebbe richiesto una più profonda verifica anche con le parti sociali, per i rischi che una simile mossa determina sul futuro dei lavoratori collegato al risanamento in corso del teatro, che si è basato principalmente sui loro sacrifici», dice Antonio Rossa, che parla di «capro espiatorio». Esultano invece i 5 Stelle, che però definiscono Macciardi «complice» di Sani e della crisi del Comunale.
L’ira della Cgil Rosso: «Parti sociali escluse, ora è a rischio il futuro dei lavoratori del teatro»