Torreverde biancoblù
Viaggio nel nuovo centro sportivo della Fortitudo a Castel Maggiore Pavani: «Struttura viva ma faremo di più. L’obiettivo è diventare proprietari»
Si gioca a basket al Torreverde, partite vere, non solo allenamenti. Recentemente omologato dalla Fip, sul primo dei due nuovi campi del centro sportivo si sono già disputate alcune partite ufficiali giovanili, compreso un derby under 18 contro la Virtus. È il segno più tangibile che è iniziata la nuova era del centro sportivo che è diventato la nuova casa della Fortitudo, ma più in generale anche un nuovo polo cestistico, convertendo ai canestri quello che è sempre stato un feudo del calcetto, e in tempi brevi. «Era febbraio 2017 — racconta il presidente biancoblù Christian Pavani — quando ci siamo incontrati con Massimiliano Zanardi, proprietario della struttura. Lui fortitudino, noi che volevamo una nuova casa, è stato un colpo di fulmine. Ci siamo lanciati ed ecco il risultato».
Dalla vetrata che sta tra il bar e il ristorante indica la struttura con i due campi da basket, la vista dall’alto è suggestiva, pensando a cosa c’era lì pochi mesi fa. Parquet chiaro, altri canestri da allenamento, attrezzature tecniche, e poi foto storiche a tema Effe ovunque. Dal pomeriggio è tutto un viavai di squadre, ragazzini, genitori, allenatori. «L’obiettivo era proprio questo, avere tutto qui, tenere assieme il nostro mondo, la prima squadra e 80 ragazzi delle giovanili, famiglie che si incrociano, mangiano, stanno assieme. Certo c’è anche una questione di comodità da dare alla prima squadra, ma prima veniva l’idea di rafforzare il senso della comunità Fortitudo. Che poi è la sua forza, anche da un punto di vista economico: questo sforzo deve servire non solo per avere vantaggi logistici e per aiutare il rilancio del nostro settore giovanile, ma anche produrre utili da reinvestire nel club».
L’accordo con la proprietà dell’area è per un anno di gestione con opzione di rinnovo, «Ma l’ambizione per un domani è acquisirne la proprietà» rilancia Pavani. La Fortitudo vi ha già investito, soprattutto sui nuovi campi e sulla copertura principale, che era uno dei paventati punti deboli del progetto per via di alcune infiltrazioni d’acqua che però sembrano sotto controllo, anche ora che è nevicato. C’è l’autobus pubblico che collega con Trebbo, ma per i ragazzi ci sono navette dedicate, l’idea del college polisportivo sta anche nel nuovo nome del centro, Academy Sport Village. Il campo uno, quello sotto la vetrata, è già a regime non solo come campo di casa di tutte le cinque squadre giovanili della Effe ma anche della Ghepard, girone E di Promozione, che occupa alcuni turni liberi. «Abbiamo gli spazi e cerchiamo di sfruttarli — spiega Dante Anconetani, il direttore della struttura — ho girato l’Italia ma strutture così complete ne ho viste poche, tra i grandi vivai di basket».
L’ex presidente della ripartenza del 2013 è tornato a Bologna apposta per seguire il progetto Torreverde, buttando anche un occhio al settore giovanile, sul quale il club torna a puntare. «Dal campo suoni ed effetti visivi sono eccellenti, anche quando entrambi i campi sono occupati. Ragazzi e famiglie sono entusiasti, bar e ristorante lavorano a pieno ritmo, ma far partire tutto per l’inizio del campionato è stata un’impresa. Tantissimo resta da fare, ma quando si entra in una casa nuova dettagli e rifiniture si scoprono in corsa. Il potenziale della struttura è enorme, abbiamo tantissime idee in divenire». Il calcetto c’è ancora, sette campi che di sera sono quasi sempre occupati, 28 spogliatoi, la piscina all’aperto, frequentatissima d’estate. «Siamo appena partiti — chiude Pavani — vogliamo dare sempre più servizi, pensiamo a un residence e a un centro fisioterapico, ma economicamente tutto deve stare in piedi da solo. Un passettino alla volta. Iniziamo col fare qui la festa di Natale».