Il nostro «calcino» promosso in serie B
Calcio balilla La squadra ufficiale di Bologna, nata nel 2016, promossa in serie B Il presidente Mollichelli: «Ci alleniamo tre volte alla settimana all’Eden Park»
Ragazzi, mi raccomando: non si frulla e niente «gancino». Bastano questi due avvisi per capire che sta per iniziare una partita a biliardino. O meglio, calcio balilla. C’è differenza? Eccome, se c’è.
«Biliardino è il gioco del bar, calcio balilla è la pratica sportiva che ha diverse specialità», spiega Marco Mollichelli, presidente dell’Asd Bologna Calcio Balilla. Già, la notizia è che a Bologna c’è una squadra ufficiale agonistica di questa specialità e che da poco è stata appena promossa in serie B, grazie al quarto posto acciuffato nell’ultima serie C. Un successo arrivato dopo lunghi ed intensi allenamenti che hanno suggellato i primi anni di questa realtà nata circa tre anni fa, che ha visto il suo atto costitutivo a novembre 2016: gli inizi al Cavaticcio, in via Azzo Gardino, e ora la nuova sede all’interno dell’Eden Park di OZ in via Stalingrado, luogo dove si radunano numerose società di diverse discipline sportive.
Ma come si allena un giocatore di calcio balilla? «Noi ci alleniamo tre volte a settimana — spiega Mollichelli — per 4-5 ore. È un hobby che facciamo coincidere con i nostri lavori: chi fa il chimico farmaceutico, chi il musicista, chi lo studente. Tutti uniti dalla stessa passione, magari tramandata dal padre che giocava: all’Eden Park sono tutti sbalorditi dalla nostra abnegazione attorno ai tavoli».
I ragazzi del Bologna Calcio Balilla si trovano martedì e giovedì dalle 21 all’una di notte e la domenica dalle 17 alle 20: si fa per lo più pratica, cercando di allenare anche la tensione agonistica con alcuni tornei. La squadra è composta da otto elementi, si gioca a coppie e ci sono i timeout per cambiare uno dei due in campo, o al manubrio, con un panchinaro. «È uno sport molto emotivo e psicologico, può succedere che un giocatore vada in confusione e in quel caso gli errori si susseguono. A quel punto meglio cambiarlo, perché è prettamente un gioco di testa».
Una disciplina le cui regole non sono ancora definitive: si aspetta il riconoscimento da parte del Coni, quello già arrivato dal comitato paralimpico. Per questo nell’evento LICB (Lega Italiana Calcio Balilla) dello scorso anno a Saint Vincent si giocava con limiti di tempo, mentre in quello di quest’anno a Nocera, dove i bolognesi hanno ottenuto la promozione in B, si vinceva con la somma dei gol di squadra: presto arriveranno regole ufficiali. «Sto combattendo per fare il prossimo campionato a Bologna all’OZ»,spiega ancora Marco Mollichelli, che poi ringrazia gli sponsor che stanno sostenendo l’attività del club, «Centro Dermatologico Negosanti, Parafarmacia Alkemia, Aics ed Autotrasporti Fortunato danno una grossa mano alla nostra passione».
Una passione senza età, perché il calcio balilla non fa discriminazioni: ci possono giocare donne e uomini, ragazzini (il più giovane del Bologna ha 21 anni, ma non ci sono limiti) e anziani. In A il veterano over 50 è obbligatorio, ma l’anagrafe non è un problema: «Girando nei tornei si trovano tantissimi appassionati anziani, anche ultrasettantenni. Loro magari non si spostano per i tornei agonistici ma ci sanno fare, eccome», svela Mollichelli, che un giorno spera di poter dare vita ad un evento benefico col Bologna Calcio.
E magari potrebbe testare coi rossoblù le varie specialità di calcio balilla: non c’è solo la «tradizionale» classica con le sponde, la più nota, ma anche il «volo» (si gioca tutto di prima) e la «tre tocchi», dove sono consentiti due passaggi tra le stecche ma al terzo si deve obbligatoriamente concludere in porta o la palla passa all’altra squadra. Dimenticatevi le sfide al bar: qui si fa davvero sul serio.