Critelli va avanti da solo, segreteria senza minoranza
Entro il 4 dicembre la squadra di Critelli. Lo spauracchio di Merola candidato con Pisapia agita il partito
Il segretario del Pd di Bologna Francesco Critelli è pronto a fare la segreteria e la presenterà alla prossima direzione del 4 dicembre: la minoranza di Rizzo Nervo resta fuori. Rapporti tesi tra partito e sindaco sul quale girano voci (smentite) di candidature in Parlamento.
Dopo la nomina del fedelissimo Alberto Aitini a segretario cittadino, il numero uno del Pd di Bologna Francesco Critelli è pronto a fare la sua segreteria: una squadra politica che dovrebbe presentare nei prossimi giorni o al più tardi nella Direzione provinciale del Pd del prossimo 4 dicembre, un giorno che in casa dem evoca ricordi non troppo felici. Il principale nodo politico è stato sciolto nei giorni scorsi: la minoranza che al congresso si è riconosciuta attorno alla candidatura del renziano Luca Rizzo Nervo non entrerà nella nuova squadra di Critelli. Da quanto si apprende infatti, il segretario ha sondato la disponibilità dei sostenitori trasversali di Rizzo Nervo e ne ha ricavato una sostanziale indisponibilità.
Critelli potrà però contare sui suoi alleati di area renziana. La componente vicina al parlamentare Gianluca Benamati che lo ha sostenuto direttamente al congresso e quella del consigliere regionale dem Giuseppe Paruolo, che al congresso ha presentato la candidatura di Piergiorgio Licciardello. L’area Benamati sarà sicuramente nell’esecutivo di Critelli e con ogni probabilità ci saranno anche uomini vicini a Paruolo, questo consentirà sostanzialmente a Critelli di provare a governare il partito con circa il 60% delle forze.
Se Luca Rizzo Nervo resterà all’opposizione, o meglio a fare la minoranza,questo significa che anche il sindaco Virginio Merola sarà all’opposizione rispetto al gruppo dirigente del Pd: una situazione politica inedita sotto le Due Torri, a meno di andare con l’archivio a prima del 1999, l’annus horribilis della sinistra in città quando le elezioni le vinse Giorgio Guazzaloca.
Dopo la rottura congressuale, quando sono volate parole grosse, non c’è stata nessuna ricucitura tra il segretario del del Pd bolognese e il primo cittadino. Avere il sindaco e il segretario su due sponde diverse rischia però di esporre la maggioranza consigliare e la giunta a una navigazione in acque agitate. E lo dimostra il pressing del gruppo Pd sul tema del Passante di mezzo ed episodi come quello di ieri in Consiglio, con la maggioranza che è andata sotto su un ordine del giorno.
Che i rapporti siano molto agitati lo dimostra indirettamente anche un’altra storia: a Bologna e a Roma si parla di una possibile candidatura di Merola come capolista in Emilia-Romagna della lista di Giuliano Pisapia appoggiata dai prodiani bolognesi. Colpisce proprio questo: che se ne parli, nonostante il sindaco anche davanti al leader di Campo progressista abbia chiarito che non ha alcuna intenzione di lasciare il suo mandato da sindaco e di candidarsi alle prossime elezioni politiche.
L’idea di andare a far votare un Comune come Bologna a distanza di nemmeno due anni dalle elezioni amministrative sembra una bestialità politica e infatti le possibilità che questa opzione diventi una pista concreta sono bassissime, se non nulle. Però sempre nel Pd si ricorda che, per quanto arrivato a fine mandato, ci sarà un altro sindaco (quello di Imola, Daniele Manca) che si candiderà alle elezioni politiche e che di fatto costringerà il Comune ad andare a elezioni anticipate.
Nessuno come Merola si è speso per provare a ricostruire l’unità del centrosinistra e ieri, con il deputato pd Andrea De Maria, il sindaco è andato a presentare a Bazzano il libro Insieme con il parlamentare Gianluca Benamati ed è talmente convinto della necessità dell’unità a sinistra che nei giorni scorsi ha avanzato pure la suggestione di sottoscrivere una doppia tessera: del Pd e di Campo Progressista. Insomma sarebbe il candidato perfetto, se fossimo almeno a fine mandato. Ma davanti ci sono ancora tre anni e mezzo di mandato da onorare. Le elezioni politiche con le liste da fare saranno un elemento di ulteriore fibrillazione politica, ma prima o poi partito e Palazzo dovranno stringere un nuovo accordo politico perché andare avanti per tre anni e mezzo così potrebbe essere molto complicato.
La aree in campo Oltre ai sostenitori di Orlando, con Critelli anche i renziani vicini a Benamati