A Bologna il lavoro c’è Ma i salari delle donne sono (ancora) inferiori a quelli degli uomini
È seconda in Italia per tasso di occupazione e e quinta per tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni. Quindi: Bologna garantisce un lavoro, a vedere la classifica de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita, in base alla quale il capoluogo emiliano (se non fosse la posizione molto bassa sulla sicurezza) è in fascia alta, ovvero il 14esimo posto, pur perdendo sei posizioni rispetto all’anno scorso. Ma se il dato sull’occupazione resta uno dei fiori all’occhiello sotto le Due Torri, quello sul gap retributivo di genere non brilla particolarmente: Bologna è al 51esimo posto (su 110 città analizzate) per differenzia salariale tra uomini e donne. Nel capoluogo emiliano una donna guadagna il 19,5% in meno rispetto a un collega di sesso maschile, dato che stride con quel quinto posto guadagnato nella classifica generale, appena sotto Bolzano, alla voce «lavoro e innovazione».
Ma non c’è solo la classifica de Il Sole a raccontare della differenza di genere che resiste nel mondo del lavoro a Bologna. Ieri l’ufficio Statistica del Comune ha pubblicato un’analisi, che prende in esame gli indicatori istruzione e lavoro, presentata in occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne. I dati fotografano una situazione dove le donne, pur lavorando e studiando di più rispetto al passato, non hanno ancora raggiunto la parità salariale e pensionistica. Nel dettaglio aumenta per entrambi i generi il numero di laureati, con le donne in testa: stando ai dati 2015-2016, sono 81.348 gli iscritti all’Alma Mater, di questi circa il 56% sono donne. Facendo un confronto tra il censimento del 1981 e del 2011 si nota che la quota di iscritti in trent’anni a Bologna è passata per gli uomini dall’8,1% del 1981 al 22,7% del 2011 e nel caso delle donne il balzo è stato dal 4,6% al 23%. La dinamica dei laureati nell’ateneo bolognese segue in buona parte quella delle iscrizioni: attualmente ogni 100 laureati, quasi 59 sono ragazze, il voto di laurea supera di un punto e mezzo quello dei compagni maschi. Una volta laureate, però, le donne vanno incontro a retribuzioni più basse rispetto ai colleghi. Per esempio, un laureato in Medicina percepisce, dopo 5 anni, in media 1.936 euro e una laureata 1.639 euro, mentre un laureato in Giurisprudenza riceve 1.376 euro contro 1.132 di una laureata. Nel campo del lavoro il tasso di occupazione femminile è passato dal 63,5% del 2015 al 66,5% del 2016, un aumento di circa 11.500 donne occupate (5,6%). Il tasso di occupazione femminile resta più basso rispetto a quello maschile (77,3%). Il divario rimane anche a livello pensionistico con le donne che spiccano per presenza nella fascia pensionistica più bassa: nel 2015 il 6,9% delle donne ha una pensione inferiore ai 500 euro mensili; se consideriamo quelle fino ai 1.000 euro la percentuale diventa il 33,9%.Per gli uomini tali percentuali risultano rispettivamente del 6% e del 17,8%.
Per tornare alla classifica del quotidiano economico, nonostante le posizioni ottime negli indicatori sul lavoro e sul numero delle imprese innovative, Bologna ha perso posizioni quest’anno per la voce su sicurezza e giustizia: è 105esima su 110 città. Nello specifico: 100esima per numero di rapine ogni 100 mila abitanti; 101esima per truffe e frodi informatiche; 108esima per scippi e borseggi; 106esima per furti in abitazione. Bocciatura che il sindaco Virginio Merola rifiuta: «È un dato improbabile, non è confrontato con le denunce che vengono fatte. In ogni caso la città è in piena ripresa economica e di investimenti».