Biglietto del bus con un sms Molti Democratici fuori dall’aula e la maggioranza va sotto
È bastato un «innocuo» ordine del giorno del Movimento 5 Stelle per mandare in tilt in Pd in Consiglio comunale, rialimentando le divisioni mai ricucite dopo il congresso che ha riconfermato Francesco Critelli. Questi i fatti: Massimo Bugani, capogruppo grillino, ha portato in aula la richiesta di «esprimere piena solidarietà a un accertatore Tper preso a ombrellate da un passeggero senza biglietto e in secondo luogo valutare insieme all’azienda di trasporto di utilizzare parte dei proventi delle multe per attivare il servizio di pagamento del ticket con gli sms». Un odg che, con sorpresa dello stesso Bugani, ha spaccato in due il gruppo pd a Palazzo d’Accursio: è stata la seconda parte della richiesta, già divisiva per la maggioranza in passato, a riproporre in aula gli schieramenti congressuali (con qualche eccezione).
Da una parte i sostenitori dell’ex assessore Luca Rizzo Nervo schierati per il «no» alla trattazione (Isabella Angiuli, Andrea Colombo, Francesco Errani, Roberto Fattori, Mariaraffaella Ferri, Simona Lembi, Roberta Li Calzi, Marco Lombardo, Federica Mazzoni) più Nicola De Filippo (però con Critelli al congresso), il capogruppo Claudio Mazzanti (in realtà combattuto nella scelta) e Amelia Frascaroli. Dall’altra parte la pattuglia legata al segretario dem (Raffaele Persiano, Loretta Bittini, Michele Campaniello, Giulia Di Girolamo, Caterina Manca, Vinicio Zanetti), quelli renziani dell’area guidata da Giuseppe Paruolo (Raffaella Santi Casali, Piergiorgio Licciardello) e infine Elena Leti (con Rizzo Nervo nella sfida dem), che uscendo dall’aula al momento della votazione hanno permesso all’odg di essere ammesso con i «sì» compatti delle opposizioni (M5S, Lega Nord, Forza Italia, Insieme Bologna e Coalizione Civica): alla fine 13 favorevoli e 12 contrari.
Ma a rappresentare le difficoltà del Pd in Comune era già stato il confronto di maggioranza in Sala Rossa prima delle votazioni, chiuso con un 11 a 10 per i sostenitori del «no», solo grazie al voto di Frascaroli, consegnando quindi un partito diviso a metà: Mazzanti in un primo momento sembrava favorevole all’approvazione dell’odg grillino, ma una volta finito in minoranza si è adeguato alla decisione del gruppo alla votazione in aula.
«Sulla solidarietà al verificatore siamo tutti d’accordo — commenta il capogruppo — ma sul tema dell’sms riteniamo che ci siano delle verifiche da fare, rimandandolo in commissione». Per i favorevoli però questo tipo di confronto c’era già stato in precedenti odg del Pd approvati, i sostenitori del «no» sottolineano che Tper si è già espressa sul tema ritenendo superata quella tecnologia da applicazioni per smartphone più moderne. Un caos che ha fatto esultare Bugani: «Siamo ormai di fronte a un partito spappolato che non permette nemmeno di esprimere immediatamente solidarietà a un accertatore picchiato». Il documento non è infatti stato affrontato nella seduta di ieri, ma è finito in coda agli altri già programmati: l’urgenza è stata respinta perché serviva la maggioranza con due terzi dei votanti.
La mossa Gli eletti del Pd, quasi tutti vicini a Critelli, sono usciti e l’odg del M5S è stato ammesso Mazzanti Sul tema dell’sms riteniamo che ci siano ancora delle verifiche da fare