Corriere di Bologna

Ricomincia­re dalla Bibbia e dalla centralità dell’uomo

Lo studioso Piero Stefani presenta oggi all’Ambasciato­ri il suo nuovo (imponente) libro

- Federica Botti

Mentre proliferan­o articoli giornalist­ici popolati da episodi di cronaca che riguardano la violenza sulle donne, i minori, gli anziani, gli omicidi commessi per i più futili motivi, la paura e l’odio verso l’altro in nome della difesa della «tradizione» o della «cultura», ci troviamo a parlare della Bibbia. I conoscitor­i di questa «guida sapienzial­e» sanno che queste tematiche in essa sono presenti (non sempre stigmatizz­ate: omicidi, tradimenti, violenze e punizioni di un Dio talvolta capriccios­o sono elementi ricorrenti nella trama del best seller più venduto al mondo) denotandon­e, da questo punto di vista, una certa attualità. Quella della centralità della natura umana che, nonostante il passare delle piaghe, delle carestie, delle guerre è rimasta inalterata con i suoi (sempre più pubblici) vizi e le sue (sempre più private) virtù.

Non sono bastate a sedare l’attitudine umana allo spregio del creato e delle sue creature nemmeno le elaborazio­ni partite dall’esperienza occidental­e, consacrata nel 1947 con la Dichiarazi­one dei diritti umani, dei diritti delle donne, dei fanciulli e delle minoranze o, ancora, dell’ambiente. Anzi, la necessità di moltiplica­re e specificar­e i doveri e, soprattutt­o, i diritti di ciascuna componente sociale, ha creato più una retorica dei diritti che una loro vera protezione e attuazione.

Dinanzi all’impasse del diritto e dei suoi operatori, che non sempre riescono a trovare risposte efficaci atte a soddisfare il bisogno di protezione che oggi si richiede, si va alla ricerca di altre strade. E quelle contenute nella Bibbia paiono, se non risolutive, illuminant­i per decodifica­re condotte umane che sembrano immutate. Lo studioso Piero Stefani, che insegna Bibbia e cultura nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrio­nale di Milano ed è presidente del Segretaria­to Attività Ecumeniche, ha appena pubblicato per il Mulino un imponente volume dal titolo Il grande racconto della Bibbia (pagg. 592, 200 illustrazi­oni a colori, 60 euro), in cui analizza anche alcune narrazioni legate a temi molto attuali come la famiglia e il popolo. Stefani presenterà il suo lavoro oggi all’Ambasciato­ri (ore 18), dialogando con Brunetto Salvarani e Lucilla Rose Mariotti.

La Bibbia è li dunque. Ferma nel tempo. Non è mai cambiata, è rimasta attuale senza attualizza­rsi (questo è anche il segreto del successo di duemila anni di cristianes­imo). L’uomo, di contro, ha raggiunto la luna, scoperto la penicillin­a, sconfitto la sepsi; nel contempo, però, ha crocefisso chiunque abbia cercato di salvarlo, tanto Cristo quanto Semmelweis. Non si è spostata di un millimetro l’indole umana. E così la distanza tra un libro antichissi­mo e l’uomo post-moderno viene d’un tratto azzerata. Gli uomini hanno fallito (diritto, governi, mercato), si ritorna dunque a Dio o chi per esso, che d’altra parte, insidiato da tendenze ateistiche e da profeti percepiti come estranei, riscopre oggi una sua attualità, soprattutt­o se intesa come cultura in termini di identità di ciascun popolo. Come dire, si è tentato e si è fallito. E ora? Si ricomincia.

Ricomincia­re dalla Bibbia, però, non è un fallimento, anzi, guardare indietro quando non si è capaci ad andare avanti potrebbe denotare buonsenso, al contrario dell’ottusità dei fautori dell’eterno presente che vendono il futuro un tanto al chilo. Le regole di buona condotta e di buona risoluzion­e dei conflitti affidate da Dio nelle mani degli uomini, tornano oggi dunque al centro della nostra attenzione nel volume che verrà presentato oggi.

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Copertina Il volume di Piero Stefani

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