Ricominciare dalla Bibbia e dalla centralità dell’uomo
Lo studioso Piero Stefani presenta oggi all’Ambasciatori il suo nuovo (imponente) libro
Mentre proliferano articoli giornalistici popolati da episodi di cronaca che riguardano la violenza sulle donne, i minori, gli anziani, gli omicidi commessi per i più futili motivi, la paura e l’odio verso l’altro in nome della difesa della «tradizione» o della «cultura», ci troviamo a parlare della Bibbia. I conoscitori di questa «guida sapienziale» sanno che queste tematiche in essa sono presenti (non sempre stigmatizzate: omicidi, tradimenti, violenze e punizioni di un Dio talvolta capriccioso sono elementi ricorrenti nella trama del best seller più venduto al mondo) denotandone, da questo punto di vista, una certa attualità. Quella della centralità della natura umana che, nonostante il passare delle piaghe, delle carestie, delle guerre è rimasta inalterata con i suoi (sempre più pubblici) vizi e le sue (sempre più private) virtù.
Non sono bastate a sedare l’attitudine umana allo spregio del creato e delle sue creature nemmeno le elaborazioni partite dall’esperienza occidentale, consacrata nel 1947 con la Dichiarazione dei diritti umani, dei diritti delle donne, dei fanciulli e delle minoranze o, ancora, dell’ambiente. Anzi, la necessità di moltiplicare e specificare i doveri e, soprattutto, i diritti di ciascuna componente sociale, ha creato più una retorica dei diritti che una loro vera protezione e attuazione.
Dinanzi all’impasse del diritto e dei suoi operatori, che non sempre riescono a trovare risposte efficaci atte a soddisfare il bisogno di protezione che oggi si richiede, si va alla ricerca di altre strade. E quelle contenute nella Bibbia paiono, se non risolutive, illuminanti per decodificare condotte umane che sembrano immutate. Lo studioso Piero Stefani, che insegna Bibbia e cultura nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano ed è presidente del Segretariato Attività Ecumeniche, ha appena pubblicato per il Mulino un imponente volume dal titolo Il grande racconto della Bibbia (pagg. 592, 200 illustrazioni a colori, 60 euro), in cui analizza anche alcune narrazioni legate a temi molto attuali come la famiglia e il popolo. Stefani presenterà il suo lavoro oggi all’Ambasciatori (ore 18), dialogando con Brunetto Salvarani e Lucilla Rose Mariotti.
La Bibbia è li dunque. Ferma nel tempo. Non è mai cambiata, è rimasta attuale senza attualizzarsi (questo è anche il segreto del successo di duemila anni di cristianesimo). L’uomo, di contro, ha raggiunto la luna, scoperto la penicillina, sconfitto la sepsi; nel contempo, però, ha crocefisso chiunque abbia cercato di salvarlo, tanto Cristo quanto Semmelweis. Non si è spostata di un millimetro l’indole umana. E così la distanza tra un libro antichissimo e l’uomo post-moderno viene d’un tratto azzerata. Gli uomini hanno fallito (diritto, governi, mercato), si ritorna dunque a Dio o chi per esso, che d’altra parte, insidiato da tendenze ateistiche e da profeti percepiti come estranei, riscopre oggi una sua attualità, soprattutto se intesa come cultura in termini di identità di ciascun popolo. Come dire, si è tentato e si è fallito. E ora? Si ricomincia.
Ricominciare dalla Bibbia, però, non è un fallimento, anzi, guardare indietro quando non si è capaci ad andare avanti potrebbe denotare buonsenso, al contrario dell’ottusità dei fautori dell’eterno presente che vendono il futuro un tanto al chilo. Le regole di buona condotta e di buona risoluzione dei conflitti affidate da Dio nelle mani degli uomini, tornano oggi dunque al centro della nostra attenzione nel volume che verrà presentato oggi.