Premio da 8.250 euro e nuove assunzioni Toyota, l’integrativo anti-appalti pirata
Votato l’accordo: retribuzione aumentata per la maternità, più congedi ai papà
Un premio da 8.250 euro spalmato su quattro anni, oltre a un aumento strutturale di 390 euro nello stipendio (trenta al mese, più la tredicesima) e 200 euro a partire dalla scadenza del contratto. Oltre a un accordo sugli appalti per tutelare i lavoratori esterni, un giorno in più di congedo per i padri alla nascita figlio e retribuzione raddoppiata durante i primi tre mesi di maternità facoltativa. Sono i termini dell’integrativo di Toyota Material Handling, che impiega 330 persone di cui circa 200 a Casalecchio. Il referendum dei dipendenti ha dato il via libera sia sotto le Due Torri (127 voti favorevoli, un contrario) sia nelle altre due sedi che si trovano a Como e a Roma.
Il contratto prevede, entro fine marzo, dieci assunzioni di cui la maggior parte - probabilmente sette - a Bologna. E sugli appalti, nell’accordo si legge che saranno regolati in conformità «alle normative di legge e dei contratti sottoscritti dalle Oss (organizzazioni sindacali, ndr) comparativamente più rappresentative». Per la Fiom, che ha firmato l’accordo, significa che in Toyota lavoreranno «solo aziende che danno piena applicazione ai contratti nazionali firmati da Cgil, Cisl e Uil». Soddisfatto Mario Garagnani, funzionario dei metalmeccanici Cgil: «Si evitano i casi di appalti in cui le aziende applicano i contratti nazionali “pirata”».
C’è un capitolo dedicato agli orari di lavoro in cui si parla di «commissioni a livello di sito» che dovrebbero servire a valutare l’utilizzo di part-time verticali. L’idea, spiega Garagnani, è anche di favorire una sorta di staffetta generazionale: «Si può cercare di conciliare il più possibile i tempi di vita e di lavoro, un lavoratore anziano che si avvicina alla pensione potrebbe concordare un part-time favorendo l’assunzione di un giovane».
I premi di risultato variano dai 1.900 euro del 2017 fino ai 2.250 del 2020. A questi si aggiunge un consolidamento di 200 euro annuali in busta paga che entrerà in vigore a contratto scaduto, 30 euro al mese di aumento di stipendio e 100 euro di flexible benefit in più rispetto a quelli previsti dal contratto nazionale. L’azienda poi contribuirà allo stipendio delle neomamme in quota uguale a quella dell’Inps, p0rtando la retribuzione nei tre mesi di maternità facoltativa al 60%.