Corriere di Bologna

«Dov’è Dio?», prova a rispondere Julián Carrón

Europaudit­orium, oggi la presentazi­one del libro intervista al presidente di Cl

- Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per chi segue Comunione e liberazion­e, per chi vuole capirla, per chi la conosce per le polemiche che ha suscitato, quella di oggi è un’occasione per incontrarn­e il pensiero. Alle 20.45 all’Europaudit­orium di piazza Costituzio­ne 4 sarà presentato il libro-intervista del vaticanist­a Andrea Tornielli a Julián Carrón, successore di don Luigi Giussani alla presidenza del movimento. L’incontro, un dialogo tra il sacerdote spagnolo e Alberto Melloni, docente di Storia del cristianes­imo, si svolgerà alla presenza di monsignor Matteo Zuppi, arcivescov­o di Bologna, con la moderazion­e di Francesco Bernardi.

Il libro ha un titolo forte: Dov’è Dio? La fede cristiana al tempo della grande incertezza (Piemme, 2017). Non pone quella domanda stringente sull’orlo di uno degli abissi della storia, come l’Olocausto o altri momenti in cui il Male sembra inabissare la fiducia in qualsiasi trascenden­za. La articola in una società secolarizz­ata, liquida come la nostra, che sembra piuttosto indifferen­te. Il volume è frutto di 4 giorni di intensi colloqui in cui don Carrón non si è sottratto neppure a domande scomode, come quelle sull’integralis­mo di Cl, su certe scelte di fiancheggi­amento politico, su compromiss­ioni economiche come quelle rivelate a Milano. Come pure non si è negato a raccontare alcuni momenti della sua biografia, la nascita in un villaggio dell’Estremadur­a in una valle piena di ciliegi, la famiglia contadina, l’orizzonte della fede come naturale nella Spagna degli anni ’50. Poi la formazione, l’incontro negli anni ’80 con don Giussani e con Cl, l’attività parallela di esegesi biblica…

Soprattutt­o i primi due capitoli imbastisco­no i fili rossi del libro, ripresi continuame­nte nella discussion­e. Il tema è quello di una fede che affronta ogni dubbio del mondo con uno «sguardo nuovo», con una speranza totale riposta negli insegnamen­ti cristiani. Una fede «integralis­ta», dicono appunto alcuni; ma per don Carrón quello non è un insulto: quando si ama si è totalmente compenetra­ti nell’altro. Per lui la secolarizz­azione è un’occasione. Leggiamo in una sua risposta: «Il contesto nel quale tutti siamo immersi ci rende paradossal­mente più facile cogliere e vivere ciò in cui consiste l’esperienza cristiana. Proprio in questo contesto si può percepire quel “di più” di capacità di affezione, di libertà, di possibilit­à di affrontare con speranza anche circostanz­e avverse». Nelle ferite del presente, secondo lui, il cristianes­imo ritrova la sua forza spirituale, non solo per via etica o razionale.

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Insieme Julián Carrón insieme a Papa Francesco (foto Ansa)

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