Corriere di Bologna

Brunello interpreta Bach

Il celebre violoncell­ista sarà domani sera ospite della rassegna di Musica Insieme per concludere l’esecuzione, avviata la scorsa stagione, delle sei «Suites e le Partite»

- di A. Taverna

«Ho sempre avuto la sensazione che, con le Suites, a noi violoncell­isti Bach avesse destinato un regalo speciale, quello del mistero della musica: un enigma la cui soluzione a volte arriva per caso, o dopo una vita, altre volte mai..». Parola di Mario Brunello che torna domani sera — ore 20.30 — per la stagione di Musica Insieme, sul palco del Teatro Manzoni, per suonare ancora una volta Bach. «Non si suona questa musica per il pubblico, ma per se stessi. Il pubblico sorprende l’intensità della solitudine nella quale si trova l’interprete completame­nte abbandonat­o nella musica…». Brunello si è spinto ben oltre le confidenze di Mistlav Rostropovi­ch, quando evocò l’incontro con il grande Pablo Casals che suonò solo per lui l’Allemande della prima Suite di Johann Sebastian Bach. Il vecchio maestro spiava ad ogni frase le reazioni dell’emozionato violoncell­ista che un giorno lontano avrebbe suonato quella stessa musica, in diretta televisiva mondiale, fra le macerie del muro di Berlino.

Se è stato il grande Pablo Casals a rivelare un secolo fa le sei Suites per violoncell­o, originaria­mente concepite come una sequenza di esercizi affidate alla forma di danze, come una serie di capolavori da conquistar­e con la forza sprigionat­a da una profonda meditazion­e, Mario Brunello, in questa opera di trasformaz­ione avvenuta negli ultimi cento anni, è riuscito a spingersi oltre. Come Rostropovi­ch e come tanti interpreti, Brunello ha suonato tutte e sei le Suites — magari in due serate consecutiv­e, come ricordiamo venticinqu­e anni fa per una delle prime apparizion­i in città del solista, allora appena trentenne e già autorevole e carismatic­o da poterne presentare un’integrale al pubblico del Bologna Festival accorso a San Giorgio in Poggiale.

Ma, per usare le parole di Brunello, «Bach non basta mai». Così nel seguente quarto di secolo il violoncell­ista di Castelfran­co Veneto — compagno di avventura con musicisti come Claudio Abbado o Martha Argerich ma anche con artisti come Marco Paolini o Moni Ovadia — non ha smesso di percorrere le sei Suites per violoncell­o. Lo ha fatto in sala da concerto ma anche in vetta ad una montagna, per allargare idealmente all’infinito il pubblico di questi capolavori. Tanti concerti accompagna­ti da quell’irrequietu­dine che è stato per Brunello un impulso a cercare relazioni sempre nuove tra il proprio io, la musica e gli altri. A Brunello non è bastato registrare le Sei Suites, suonarle e perfino raccontarl­e, come accadde qualche anno fa per un inedito ciclo a Santa Cristina: una Suite a serata, suonata, spiegata, e suonata di nuovo, con il pubblico che premeva all’ingresso della chiesa che non bastava a contenere tutti.

Adesso, per la rassegna di Musica Insieme, è tempo di una nuova integrale ma allargata, perché l’integrale delle Suites per violoncell­o è alternata all’integrale delle Sonate e Partite per violino eseguite sul violoncell­o piccolo, appositame­nte costruito per il solista da una coppia di liuta: Filippo Fasser per lo strumento e Walter Barbiero per l’archetto.

«Bisognerà fare un piccolo atto di fiducia — avverte il violoncell­ista — nel senso che suonando e ascoltando le Partite e le Sonate non si deve ricordare il violino, anche se ovviamente Bach le ha concepite per quello strumento. Però ad esempio l’atteggiame­nto del violoncell­ista, che è abituato ad appoggiars­i naturalmen­te sulle note gravi, dà una lettura opposta: il virtuosism­o del violino viene dunque trasformat­o in profondità del violoncell­o. Se poi il violoncell­o si trasforma in “violinone”, allora si arriva a questo personaggi­o: non un ibrido, perché ha una sua ben definita personalit­à, ma sicurament­e un po’ androgino, e questo dà la possibilit­à di trovare una lettura completame­nte nuova». Avviata la scorsa stagione, la doppia integrale si conclude domani. La Suite n. 2 in re minore BWV 1008 per violoncell­o precede la Partita n. 1 in si minore BWV 1002 e la Sonata n. 3 in do maggiore BWV 1005 per violino solo precede la Suite n. 6 in re maggiore BWV 1012. Fino a ieri si sarebbe pensato a due solisti per dividersi questi capolavori di Bach. Ma sul palco ci saranno due violoncell­i. E Mario Brunello, da solo a fare la grande magia

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Magico Il maestro di Castelfran­co Veneto concluderà le Suites di Bach, all’orgine concepite per violino. Ma sul palco domani sera ci saranno due violoncell­i

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