UN PERIMETRO OMOGENEO
Adispetto della classifica del Sole 24 Ore, da cui Bologna risulta alquanto strapazzata, la nostra città e la via Emilia da Modena a Faenza attraggono investimenti pesanti, anche in virtù del secondo bando regionale per l’industria 4.0. Tra essi spiccano quelli di multinazionali come Ibm e Eon Reality, concentrati sull’applicazione dell’intelligenza artificiale a settori tradizionali quali la produzione e la circolazione d’informazione specializzata o l’assistenza sanitaria. Discorso analogo vale per l’imballaggio e l’automazione industriale. Si tratta di un innesto tecnologico che non si spiega soltanto con la coerente saldatura a un insieme di specifiche pratiche locali da tempo consolidate. La ragione della recente scelta emiliana dei colossi del digitale riguarda qualcosa di molto più profondo e sottile, di radicato e allo stesso tempo diffuso. Dipende dal fatto che, nella pianura emiliana elaborata all’origine dalla sistemazione romana, il sapere sociale è dal principio immediata forza produttiva, una specie di intelligenza generale in grado di modellare le stesse condizioni del processo vitale della società. Ciò in virtù di un reticolare, modulare inquadramento originario del territorio, al cui interno il dato materiale e la componente immateriale, cioè la cultura, fin dall’inizio risultano indistinguibili perché strettamente connessi e interdipendenti. Da secoli, anzi da millenni l’intelligenza che crea ricchezza e quella che dalla ricchezza è creata si riconoscono così all’interno di un coerente perimetro, di una stessa comunità. Ed è proprio l’esistenza di tale comunità, percepita dalle multinazionali come omogeneo serbatoio di capacità di manipolazione simbolica, ad attrarre lungo la sezione centrale della via Emilia i capitali che prima di atterrare fanno più volte il giro del mondo in cerca della miglior collocazione.
Fino agli anni Ottanta del secolo scorso si chiamava «modello emiliano», definizione caduta poi in disuso ma che anche al tempo del suo massimo successo si riferiva all’associazione tra una particolare organizzazione sociale e una peculiare combinazione dei fattori produttivi materiali. Quel che invece oggi si profila è una nuova versione del modello stesso, fondata sulla consapevolezza che è la regione intera a funzionare, al tempo della sua informatizzazione, come collettivo intelletto generale. Ed è in relazione a tale nuovo ma allo stesso tempo antico regime che ogni progetto politico troverà le ragioni del suo successo o del suo fallimento.