Gelo di Rosato su Merola «Doppia tessera? Meglio una»
Rosato punge il sindaco. E su Errani-Bersani candidati in regione: una vera follia
«Due tessere? Meglio averne una». Non fa impazzire ai piani alti del Pd la scelta del sindaco Virginio Merola di iscriversi anche al movimento di Pisapia. La presa di distanza è del capogruppo alla Camera Ettore Rosato, ieri in città per un incontro al circolo Passapartout. Temi caldi le future liste per il parlamento («Sceglieremo candidati della coalizione legati al territorio e anche fuori dalla politica», ha detto) e la sfida soprattutto qui in Emilia-Romagna con Mdp, che potrebbe mettere in campo Vasco Errani e Pierluigi Bersani. «Una follia», attacca Rosato, che fa appello al voto utile. «Spiegheremo agli italiani e ai bolognesi che il loro voto servirà a far vincere il centrosinistra o il centrodestra».
La scelta della doppia tessera annunciata da Virginio Merola è stato poco apprezzata dal Pd nazionale. Ma in tempi di disperata ricerca di unità all’interno del centrosinistra, questa mossa non sarà motivo di scontro tra i vertici romani del partito e il sindaco che ha deciso di iscriversi anche a Campo progressista, il movimento politico dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Come l’hanno presa ai piani alti del Pd l’ha spiegato però bene ieri pomeriggio il capogruppo democratico alla Camera Ettore Rosato, impegnato in tour in regione con tappa prima a Modena e poi in città. «Siamo inclusivi, non abbiamo problemi di competizione interna. I cittadini non ci chiedono quante tessere abbiamo in tasca. Certo, meglio averne una invece che due — punge Rosato —. Merola è il sindaco di Bologna, noi ne apprezziamo gli sforzi e la fatica quotidiana. Può contare sul sostegno del partito che gli sta attorno affettuosamente e convintamente».
Il capogruppo dem ha partecipato a un incontro pubblico con il segretario provinciale bolognese Francesco Critelli al circolo Passepartout sul futuro politico del Paese. Composizione delle liste per il parlamento e rapporti con Mdp, soprattutto qui in Emilia-Romagna, sono stati i temi caldi toccati. In regione, così come altrove, per le candidature prevarrà il rapporto con il territorio. Un obiettivo che diventa un obbligo nei collegi uninominali, dove Rosato ha escluso paracadutati da fuori città o da fuori regione. Il Pd ragionerà in termini di coalizione, e questo vuole dire che dove sarà possibile candidare un alleato popolare sul territorio, lo si farà. A Bologna può essere benissimo il caso del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti o dell’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, entrambi bolognesi, entrambi esponenti di quel centro moderato che ha già detto che correrà con il centrosinistra alle prossime elezioni. Il capogruppo si tiene ben distante da fare nomi, ma non chiude all’ipotesi. «Quali saranno e dove verranno candidati è un discorso al momento prematuro», taglia corto.
I rapporti qui in regione, coavrà sì come a Roma, tra il Pd e i moderati sono buoni, quindi su questo fronte non c’è preoccupazione. Una soluzione si troverà. La vera spina nel fianco (anzi due) è un’altra. Rimanda a due nomi, quello di Pierluigi Bersani e di Vasco Errani. Se dovessero candidarsi in regione potrebbero davvero fare male al Pd. Rosato lo sa bene e solo l’ipotesi gli fa ribollire il sangue. «Candidature per far perdere il centrosinistra è una follia. E noi lavoriamo per evitarlo, anche se so che dirlo adesso sembra fuori tempo massimo». Ma se tutti i tentativi che i vari pontieri democratici metteranno in campo in queste ore andranno a vuoto, a quel punto il Pd non timore a lanciare un appello al voto utile. «Spiegheremo agli italiani e ai bolognesi che il loro voto servirà a far vincere o il centrosinistra o il centrodestra». Come a dire che chi vota Bersani o Errani, fa un favore a Berlusconi. Il Pd fronteggerà gli esponenti di Mdp, così come quelli di Forza Italia e M5S, non solo con personalità legate al territorio (a partire dai parlamentari uscenti), ma pure con profili pescati fuori dal partito. «Possono venire anche da oltre la politica — l’apertura di Rosato —. È possibile che ci siano forze nuove, come accade ad ogni elezione».