Sant’Orsola, piano da 100 milioni
I primi interventi: Polo dei trapianti nel padiglione cinque e nuova Oncologia
Un piano da almeno 100 milioni di euro, un investimento nei prossimi cinque anni per cominciare a cambiare il look al Sant’Orsola e renderlo un ospedale all’altezza delle sfide del futuro. Il rettore Francesco Ubertini, il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi lo presenteranno martedì ai direttori e vice-direttori di dipartimento che fanno parte del Collegio di direzione del policlinico.
Sono previsti nuovi Poli, dopo quello chirurgico e il cardio-toraco-vascolare, a cominciare da quello delle Malattie digestive e dei trapianti che sarà adiacente a quello chirurgico e dell’emergenza e sarà ottenuto dall’ammodernamento del padiglione 5, quello delle Nuove patologie. Sarà un intervento diluito negli anni, a cominciare dalla ristrutturazione del Mici, il centro per le Malattie croniche intestinali, divenuto un centro di riferimento nazionale e internazionale. Si farà anche l’atteso Polo onco-ematologico, anche se resta l’incognita della presenza (e del finanziamento) di Isabella Seràgnoli. E spunta l’annunciata Torre biomedica.
Un piano da almeno 100 milioni di euro, un investimento nei prossimi cinque anni per cominciare a cambiare il look al Sant’Orsola e renderlo un ospedale all’altezza delle sfide del futuro. Il rettore Francesco Ubertini, il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi lo presenteranno martedì ai direttori e vice-direttori di dipartimento che fanno parte del Collegio di direzione del policlinico. Un primo importante tassello di un progetto più ampio, distribuito sui prossimi 15 anni, le cui radici furono messe quando lo stesso Venturi era al vertice del policlinico per consolidare la fama e le eccellenze dell’ospedale bolognese e farne punto di riferimento in Emilia-Romagna e non solo.
Il progetto di sviluppo complessivo prevede l’identificazione di otto poli. Alcuni sono già stati realizzati: il Tecnologico, il Chirurgico, il Cardiotoraco-vascolare. Altri sono ancora sulla carta. A cominciare dal Polo delle malattie digestive e dei trapianti che sarà adiacente a quello chirurgico e dell’emergenza e sarà ottenuto dall’ammodernamento del padiglione 5, quello delle Nuove patologie. Sarà un intervento diluito negli anni, a cominciare dalla ristrutturazione del Mici, il centro per le Malattie croniche intestinali, divenuto un centro di riferimento nazionale e internazionale.
Nei prossimi cinque anni partirà anche la costruzione del Polo onco-ematologico. Se sarà accolta la generosa offerta di Isabella Seràgnoli è ancora un elemento di incertezza. Il progetto nasce durante il mandato del rettore Pier Ugo Calzolari, ma dopo un iniziale slancio affonda nelle maglie della burocrazia e nelle difficoltà tra le parti in causa (Regione, Ateneo, Seràgnoli in primis) di definire il modello di gestione futura della struttura. Sul piatto ci sono 34 milioni messi da Seràgnoli e 12 dalla Regione con l’obiettivo di realizzare un centro di riferimento regionale e nazionale per lo studio e la cura dei tumori. Ad essere interessati il padiglione 8, ovvero quello di Ematologia, che verrebbe allargato e restaurato, e il 7, il padiglione Viola, da demolire e ricostruire. Solo martedì si saprà se Bonaccini, Ubertini e l’imprenditrice benefattrice hanno trovato la quadra per far partire il cantiere.
Il primo intervento sarà invece il Polo materno-infantile, e il motivo è che i 40 milioni di finanziamento necessari sono già stati stanziati, dalla Regione e dallo stesso policlinico. Il primo stralcio prevede alcuni interventi prioritari nel padiglione 4, quello di Ostetricia e ginecologia, con la collocazione della Neonatologia al secondo piano, la ristrutturazione attesissima della degenza di Ostetricia, la riqualificazione del comparto operatorio e del blocco Travaglio e Parto, la realizzazione di spazi per la Procreazione medicalmente assistita e con l’innalzamento di un quarto piano nella zona centrale. Sono previsti anche interventi nel padiglione 13 della Pediatria, al secondo e terzo piano, con la ristrutturazione del blocco operatorio, della Terapia intensiva, della degenza di Chirurgia neonatale e del direzionale di Chirurgia pediatrica. Contestualmente si interviene sull’intera area pediatrica nei padiglioni 13 e 16, compresi il Pronto soccorso pediatrico e la Pediatria d’urgenza. Prenderà forma quindi quell’ospedale della mamma e del bambino, di cui si parla da tantissimi anni.
Si farà certamente anche la Torre biomedica, fortemente voluta dal rettore Ubertini. Si tratta di un edificio per la ricerca scientifica in campo biomedico che aggregherà gran parte dei docenti e dei ricercatori dei dipartimenti di area medica. È un investimento da 18 milioni e per il rettore i lavori partono a inizio 2018.