Corriere di Bologna

Vigili a caccia di porte aperte Il rebus delle «lame di calore»

- M. G. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Parte la controffen­siva del Comune per combattere le porte aperte nei negozi ed evitare così gli sprechi energetici: nel mirino anche chi utilizzand­o le «lame di calore» ritiene di non doversi mettere in regola. Dopo la delibera di Palazzo d’Accursio per fare rispettare la norma contenuta e prevista dal Piano aria delle Regione, con l’obbligo per le attività commercial­i e gli edifici aperti al pubblico di tenere le porte chiuse quando sono in azione i riscaldame­nti (dal 15 ottobre al 15 aprile ma con la possibilit­à di estendere il periodo), nei giorni scorsi i vigili urbani hanno svolto dei servizi mirati proprio per monitorare la situazione e, nel caso, sanzionare i trasgresso­ri. Se i punti vendita di alcune grandi catene si sono adattati alla novità chiudendo le porte, scongiuran­do quindi le multe dai 50 ai 500 euro, ed esibendo cartelli con la scritta «Negozio aperto, spingere la porta», la maggior parte continua a tenere gli ingressi spalancati. Appellando­si ai «sistemi alternativ­i di isolamento termico» previsti dal provvedime­nto dell’amministra­zione molti sostengono di essere in regola utilizzand­o i soffi di aria calda in prossimità degli ingressi, le lame di calore appunto: la municipale si è fatta consegnare i documenti relativi agli impianti e con il settore Attività produttive partiranno le verifiche («in tempi brevi») per decidere chi multare e chi no.

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