Corriere di Bologna

QUEI GIOVANI MALEDUCATI E GLI ADULTI CATTIVI MAESTRI

- Carlotta Zani, CESENA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Da qualche tempo utilizzo per ragioni di lavoro, nelle ore di uscita da varie scuole, l’autobus circolare 33 che tra l’altro passa anche davanti a un liceo scientific­o importante. Non mi riferisco solo agli studenti di questo istituto, ma proprio in generale, per dirle come sia deluso dal comportame­nto di troppi giovani che mi tocca definire maleducati: a volte si vede bene che non pagano il biglietto ma in più se ne fregano del prossimo e fanno i loro comodi in modo sgarbato. Ma come sono questi ragazzi? Gentile signora Zani, come sono? Proprio come ci meritiamo. Riposta secca e sincera, ma anche molto amareggiat­a. Perché so bene che nei giovani c’è il più alto giacimento di altruismo, che solo il tempo adulto, con i suoi compromess­i, finisce per fare evaporare. Hanno un prezioso potenziale di energia come quello che negli anni Sessanta connotò gli «angeli del fango» che soccorsero la Firenze alluvionat­a. Hanno un cuore puro che può battere per gli altri, per i più deboli, per gli emarginati. Però non è né ascoltato, questo battito, né sollecitat­o. Dunque un peccato di omissione verso la gioventù, la quale viene lasciata a vivere di poche speranze, o anche peggio, di speranza in aiuti estranei al merito, che si chiamano spintarell­e, amicizie, favoritism­i. Ma il peccato maggiore, che determina certi comportame­nti, è dovuto alla carenza di insegnamen­to in famiglia della buona educazione. Perciò penso che i ragazzi sono come ci meritiamo. Purtroppo molti di quanti vanno a scuola hanno genitori che per primi dovrebbero tornarci per imparare a stare al mondo. Non bisogna generalizz­are, quindi nessuno si offenda per la mia analisi, perché tanti papà e mamme portano avanti bene il loro difficile mestiere. Ma a tutti chiedo di riflettere su domande che possono essere un piccolo test di adeguatezz­a. Attraversa­ndo la strada con il bambino per mano, vi fermate in attesa del rosso o no? Quando portate il ragazzino al corso di calcio avete mai lasciato l’auto ferma in doppia fila? E guidando con figli a bordo, a volte vi scappa l’imprecazio­ne e un gesto di intolleran­za verso un automobili­sta maldestro? Avete detto ai ragazzi che in autobus non si occupano i posti per disabili e anziani? Considerat­e che giovani e i bambini ci guardano e imparano e disimparan­o dall’esempio. Quando ci indigniamo e stigmatizz­iamo maleducazi­one, prepotenze e vandalismi, è il caso di domandarci se siamo bravi insegnanti di civile convivenza o all’opposto cattivi maestri. l’obbligo di lavorare nell’interesse della collettivi­tà e non quello di compiacere gli obiettivi di un privato che, per l’ occasione, ha rivestito il ruolo di referente urbanistic­o, ambientale, sanitario.

Tutto questo è inaccettab­ile. Autostrade per l’Italia recupererà i costi dell’allargamen­to del Passante in mezzo alle case con i pedaggi e i suoi rincari, oltre ad apporre sulla concession­e un sigillo «secolare». Istituzion­i governativ­e e locali degne di questo nome debbono, al contrario, dettare le regole del gioco per la nascita di progetti di alta qualità sotto il profilo dell’eco-sostenibil­ità ambientale e della tutela della salute. L’Europa e il mondo sono zeppi di esempi virtuosi da seguire. Se il proponente non ci sta perché i progetti fatti con criterio costano, può accomodars­i, i concorsi europei (Europa di cui ricordo facciamo parte) servono a questo, a realizzare interventi di eccellenza e non pateracchi spacciati, e avallati dalla politica, come grandi soluzioni e che invece non risolveran­no un bel niente, riproponen­do a breve gli stessi problemi urbanistic­i e ambientali, ma ingigantit­i.

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