QUEI GIOVANI MALEDUCATI E GLI ADULTI CATTIVI MAESTRI
Da qualche tempo utilizzo per ragioni di lavoro, nelle ore di uscita da varie scuole, l’autobus circolare 33 che tra l’altro passa anche davanti a un liceo scientifico importante. Non mi riferisco solo agli studenti di questo istituto, ma proprio in generale, per dirle come sia deluso dal comportamento di troppi giovani che mi tocca definire maleducati: a volte si vede bene che non pagano il biglietto ma in più se ne fregano del prossimo e fanno i loro comodi in modo sgarbato. Ma come sono questi ragazzi? Gentile signora Zani, come sono? Proprio come ci meritiamo. Riposta secca e sincera, ma anche molto amareggiata. Perché so bene che nei giovani c’è il più alto giacimento di altruismo, che solo il tempo adulto, con i suoi compromessi, finisce per fare evaporare. Hanno un prezioso potenziale di energia come quello che negli anni Sessanta connotò gli «angeli del fango» che soccorsero la Firenze alluvionata. Hanno un cuore puro che può battere per gli altri, per i più deboli, per gli emarginati. Però non è né ascoltato, questo battito, né sollecitato. Dunque un peccato di omissione verso la gioventù, la quale viene lasciata a vivere di poche speranze, o anche peggio, di speranza in aiuti estranei al merito, che si chiamano spintarelle, amicizie, favoritismi. Ma il peccato maggiore, che determina certi comportamenti, è dovuto alla carenza di insegnamento in famiglia della buona educazione. Perciò penso che i ragazzi sono come ci meritiamo. Purtroppo molti di quanti vanno a scuola hanno genitori che per primi dovrebbero tornarci per imparare a stare al mondo. Non bisogna generalizzare, quindi nessuno si offenda per la mia analisi, perché tanti papà e mamme portano avanti bene il loro difficile mestiere. Ma a tutti chiedo di riflettere su domande che possono essere un piccolo test di adeguatezza. Attraversando la strada con il bambino per mano, vi fermate in attesa del rosso o no? Quando portate il ragazzino al corso di calcio avete mai lasciato l’auto ferma in doppia fila? E guidando con figli a bordo, a volte vi scappa l’imprecazione e un gesto di intolleranza verso un automobilista maldestro? Avete detto ai ragazzi che in autobus non si occupano i posti per disabili e anziani? Considerate che giovani e i bambini ci guardano e imparano e disimparano dall’esempio. Quando ci indigniamo e stigmatizziamo maleducazione, prepotenze e vandalismi, è il caso di domandarci se siamo bravi insegnanti di civile convivenza o all’opposto cattivi maestri. l’obbligo di lavorare nell’interesse della collettività e non quello di compiacere gli obiettivi di un privato che, per l’ occasione, ha rivestito il ruolo di referente urbanistico, ambientale, sanitario.
Tutto questo è inaccettabile. Autostrade per l’Italia recupererà i costi dell’allargamento del Passante in mezzo alle case con i pedaggi e i suoi rincari, oltre ad apporre sulla concessione un sigillo «secolare». Istituzioni governative e locali degne di questo nome debbono, al contrario, dettare le regole del gioco per la nascita di progetti di alta qualità sotto il profilo dell’eco-sostenibilità ambientale e della tutela della salute. L’Europa e il mondo sono zeppi di esempi virtuosi da seguire. Se il proponente non ci sta perché i progetti fatti con criterio costano, può accomodarsi, i concorsi europei (Europa di cui ricordo facciamo parte) servono a questo, a realizzare interventi di eccellenza e non pateracchi spacciati, e avallati dalla politica, come grandi soluzioni e che invece non risolveranno un bel niente, riproponendo a breve gli stessi problemi urbanistici e ambientali, ma ingigantiti.