Corriere di Bologna

Case, terreni e un ex archivio Le alienazion­i impossibil­i

- Centuori

Un patrimonio da 23 milioni di euro. Il Comune prova di nuovo ad alienare immobili, terreni ed altro. All’asta anche l’ex archivio del Tribunale.

È tempo di cartelli: «Vendesi», e in alcuni casi «Ri-vendesi». Il Comune di Bologna ci (ri)prova, e mettendo all’asta anche beni che già lo sono da oltre quattro anni, ha realizzato un piano di vendita per oltre 23 milioni di euro.

Ci riprova con l’ex archivio del Tribunale in via Menarini. All’asta dal 2013, lo stabile non è stato venduto per sei aste consecutiv­e e il suo valore supera di poco i 267mila euro. A marzo, in occasione della festa della donna, è stato occupato — e poi sgomberato — per quattro giorni dagli attivisti della Consultori­a transfemmi­nista queer. Così come mette fuori il cartello «ri-vendesi» per gli ex uffici di via Battistell­i utilizzati per ospitare alcune famiglie in emergenza abitativa dopo lo sgombero «soft» a gennaio 2016 dell’ex Clinica Beretta in via XXI Aprile. Non è la prima volta che il Comune tenta di venderli, ma l’operazione non trova un punto d’incontro con gli altri proprietar­i del palazzo, per via degli accessi all’interno delle scale.

L’idea di Palazzo d’Accursio è quella di suddivider­e l’attuale superficie unica (1.500 metri quadrati) in 12 appartamen­ti: nel Piano 2018 questa alienazion­e ha un valore di 2,2 milioni di euro. Occorrerà però aprire gli altri accessi e solo cinque scale su sei. «Il confronto è aperto da tempo e l’unica vera ragione di opposizion­e che permane da uno dei vani scala, che blocca l’operazione — spiega la dirigente del Patrimonio, Raffaela Bruni — è che il Comune non sarebbe affidabile nelle sue proposte». Di contro, dagli altri proprietar­i arrivano proposte «inaccettab­ili» per la dirigente, del tipo: «Vendete, vediamo chi ha comprato e vi autorizzia­mo ad aprire le porte. Non è offensivo, è ridicolo». L’idea di Bruni è che alla base del rifiuto ci siano «risentimen­ti storiro ci», oppure c’è forse qualcuno che ha interesse ad acquisizio­ni dirette «ma è una cosa che non possiamo fare», chiarisce la dirigente. E l’opposizion­e sollecita soluzioni al più presto con Francesco Sassone (Fi) e Francesca Scarano (Lega nord) che spiegano: «C’è una situazione di grande malessere che vivono i residenti. Se il Comune fornisse loro maggiori garanzie, ad esempio la liberazion­e dell’immobile da qui a fine anno o a fine gennaio, probabilme­nte l’atteggiame­nto dei condomini non sarebbe lo stesso». Ma arriva lo stop dal Pd: «L’amministra­zione fa bene ad utilizzare quei locali finche’ non si sblocca la questione», afferma il capogruppo Claudio Mazzanti.

All’asta, poi, il Comune ha messo due lotti dell’ex mercato Navile, (13.000 metri quadrati, con obbligo di riservarne poco piu’ di 3.000 all’Edilizia residenzia­le sociale); un appartamen­to da 600.000 eu- in via Barberia 11; alcuni lotti edificabil­i a Minerbio (1,940 milioni) e un appartamen­to in via Zanolini 35 (140.000 euro). Vale 384.000 euro, invece, un’area da cedere con vendita diretta all’aeroporto Marconi per l’ampliament­o: operazione inserita nel Piano a partire dal 2014. Ha un valore orientativ­o di 200.000 euro,invece, un’area di via Selva di Pescarola.

Il patrimonio Nel pacchetto l’ex archivio del Tribunale, gli uffici di via Battistell­i e due lotti al Navile

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