Negli Usa o in Canada Ultimo anno all’estero per dieci liceali
Hanno lo zaino in spalla e una scuola che li attende a migliaia di chilometri dalle Due Torri. Sono gli studenti bolognesi al quarto anno di liceo che hanno deciso di trascorrere 6 mesi dell’anno scolastico dall’altra parte del mondo.
Gli Exchange students bolognesi, in vista della partenza di gennaio sono da poco tornati da una tre giorni di orientamento e formazione promossa da Wep, organizzazione internazionale che da anni promuove esperienze di studio all’estero per ragazzi, organizzata al Villaggio olimpico di Bardonecchia per prepararsi all’avventura che inizieranno col nuovo anno. Qui è emerso che quella bolognese è la seconda provincia del Centro Italia per numero di ragazzi in partenza. Al primo posto nell’area del Centro c’è Roma, al secondo Bologna con dieci liceali già proiettati verso l’anno di studio all’estero. Tra le destinazioni più gettonate dagli studenti nostrani ci sono i paesi anglofoni: su tutti Stati Uniti, Canada e Australia. Queste sono le mete scelte nel 90% dei casi a livello nazionale mentre solo il restante 10% va in Europa (dove a primeggiare c’è la Germania).
A livello nazionale gli studenti bolognesi restano nella top ten della classifica delle città italiane insieme a Milano, Torino, Varese e Treviso. L’anno all’estero per molti di loro è il modo migliore per imparare una lingua: attraverso questo programma i ragazzi infatti hanno modo di frequentare una scuola in un altro Paese e di essere ospitati, per tutta la durata del soggiorno, da una famiglia del posto. Al termine dell’esperienza, che va ricordato è a pagamento, si parte da 7mila euro a salire, in base a precise normative, il periodo di studi svolto all’estero viene riconosciuto dalla scuola italiana solo dopo una verifica dei requisiti da parte della scuola tramite esame specifico. Tra i ragazzi che si stanno informando per partire al quarto anno di liceo questo rimane un limite rispetto alla scelta di trascorrere periodi più lunghi all’estero: «Mi piacerebbe andare in Giappone per un anno ma alla fine opterò per gli Stati Uniti perché non vorrei rimanere indietro con il programma, ci sono materie come il greco che non si possono abbandonare troppo a lungo» spiega Caterina, 15 anni, iscritta al liceo classico Galvani. Per qualcun altro, come Giusy, che ha 16 anni e studia al liceo linguistico Copernico e sogna di andare negli States, il timore è un altro: «Vorrei fare 6 mesi perché temo che stando via un anno sentirei troppo la mancanza dell’Italia».