Virtus, la metamorfosi di Gentile
Alessandro ha aspettato la partita, anche per arrivare più fresco nel finale Primo tempo con meno tiri, meno punti e più assist. In volata zero palle perse
Fino a domenica, la Virtus era sicuramente a credito con la fortuna, in un campionato nel quale gli episodi le avevano girato più contro che a favore. Alcune sconfitte di inizio stagione erano state immeritate, proprio come la vittoria contro Cremona maturata con una buona dose di casualità. Perché se Milbourne dovesse ritrovarsi nella stessa situazione indisturbato al ferro per altre 99 volte, probabilmente depositerebbe comodamente il pallone nella retina. Bene così per la Segafredo, con due punti che sono utili in classifica ma sono solo un piccolo placebo. La squadra non ha certo superato i problemi dell’ultimo periodo. Anche perché anche domenica è rimasta la stessa, con Baldi Rossi ko dopo due minuti in campo. I giudizi sono quindi sospesi, in attesa di vedere come si destreggerà la formazione di Ramagli con l’uomo in più che la completa e che si attendeva da inizio stagione.
Fra le novità della partita con Cremona c’è stato un Alessandro Gentile diverso dal solito. Più ecumenico, ha giocato soprattutto per la squadra prendendosi meno iniziative e senza mai forzare. Ha chiuso con 12 punti, 5 assist, 5 rimbalzi e 5/11 al tiro. Nelle prime otto partite si era preso quasi sei tiri in più di media. Non ha aggredito la partita come è solito fare, o meglio lo ha fatto in modo diverso, giocando per i compagni e aprendo spazi. Il suo approccio alle partite è stato spesso furioso: nelle precedenti otto gare nel primo quarto viaggiava a 6,6 punti di media con 5,2 tiri presi. Domenica ha chiuso i primi dieci minuti con 2 punti e un tiro preso, un rimpallo che gli è arrivato sotto canestro ed è stato depositato a bersaglio.
Alessandro, proprio come Aradori, veniva dagli impegni con la Nazionale, una settimana con due partite, viaggi e inevitabilmente poco lavoro in palestra. O comunque un lavoro molto diverso da quello con il club. Per rimettere in moto quel fisico ci vuole un po’ e Ale è stato molto maturo nel capire che questa volta sarebbe stato controproducente una partenza sprint. Ha voluto centellinare i tiri e le energie, coinvolgere tutti (4 assist già alla fine del primo tempo) e cercare di mettere tutti in partita. La Virtus ha saputo vincere, pur nel modo in cui abbiamo visto, anche con un Gentile di questo tipo. L’ex capitano dell’Olimpia può essere decisivo anche con 12 punti, 5 assist e 5 rimbalzi (e 2 sole palle perse, zero nel secondo tempo), senza bisogno di caricarsi il mondo sulle spalle.
Poi, non tutto è comunque filato liscio. I nove minuti consecutivi in panchina a cavallo fra terzo e quarto periodo avrebbero fatto discutere in caso di sconfitta. Una frazione di partita nella quale Ramagli è andato all-in, rischiando e giocandosela con i suoi pretoriani per poi rimettere Alessandro a 5 minuti dalla fine in posizione di ala forte. Un assetto che nei momenti decisivi sarà esplorato spesso e che ha prodotto, con suo fratello Stefano in regia e Lafayette in guardia (altro tema di riflessione in ottica mercato) un 11-3 dopo il suo rientro in campo e prima dei tremolii degli ultimi due minuti.