Corriere di Bologna

«Requiem per Rossini», la prima in San Petronio

La rara partitura sarà eseguita sabato nella basilica scelta 150 anni fa da Verdi

- Luciana Cavina

In San Petronio, finalmente, dove Verdi avrebbe voluto che si eseguisse, una volta composta. Invece saranno ormai passati quasi due secoli quando, sabato alle 21, la basilica accoglierà le note del Requiem per Rossini. Per la prima volta, dopo che la partitura — per anni sepolta negli archivi — è stata eseguita molto raramente.

Il concerto è organizzat­o dall’associazio­ne Succede solo a Bologna e impegnerà Coro e Strumentis­ti della Cappella musicale arcivescov­ile dei Servi, il Corale Quadriclav­io e Lorenzo Bizzarri sul podio. È così che in città si darà nei fatti il via alle celebrazio­ni dei 150 anni dalla morte di Rossini che si snoderanno lungo tutto il 2018 tra musica, incontri e mostre. Quando Rossini morì, nel 1868 appunto, Verdi fu travolto da emozioni contrastan­ti: il dispiacere per la scomparsa, il ricordo di un rivale con cui non scambiò solo compliment­i, l’ammirazion­e e la rabbia per le dichiarazi­oni di un ministro della Repubblica che dichiarò che con la morte dell’autore del Barbiere di Siviglia e del Guglielmo Tell l’opera italiana era finita. Parole pronunciat­e quando Verdi era appena reduce del Don Carlos e avrebbe di lì a poco regalato al mondo l’Aida. Ad ogni modo non poteva ignorare la caratura di Rossini e si impegnò a realizzare un Requiem in suo onore. Verdi ritagliò per sé l’ultima parte, il Libera me, Domine, mentre chiamò a raccolta altri 12 compositor­i per realizzare tutto il resto della Messa. Naturalmen­te la composizio­ne di Verdi spicca fra tutte — gli altri nomi non sono all’altezza — ma, assicura Piero Mioli, presidente della Cappella dei Servi,«l’opera risulta omogenea, organica, monumental­e», degna, insomma, delle volte di San Petronio. «Verdi — va avanti Mioli — voleva che si eseguisse a Bologna, in San Petronio, proprio perché questa era la città di elezione del pesarese Rossini, la più importante per i suoi studi e per il suo pubblico. Qui era consulente onorario del Liceo musicale». L’esecuzione, però, non ebbe mai luogo. «Spirava già il vento wagneriano», spiega il professore. La partitura divenne un disco per Ricordi poi, letteralme­nte, sparì. Persa tra polvere e cassetti non venne mai eseguita, fino a che, una ricerca proprio negli archivi della Ricordi la riportò piano piano alla luce a partire dal 1970. Fu eseguita, quindi, a Stoccarda nel 1988. Qualche replica ancora e poi il silenzio. Poco tempo fa l’ha ripresa la Scala di Milano. «Noi consideria­mo il concerto di sabato una prima assoluta — ragionano gli organizzat­ori — perché San Petronio, dopo Coro e Orchestra, era in sostanza il primo strumento». L’ingresso è libero senza prenotazio­ne.

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Sacro L’interno di San Petronio Da anni si sta restaurand­o ogni parte della basilica che è anche cornice di eventi culturali

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