La diva Olga e le musiche della rivoluzione
Stasera all’Auditorium Unipol il soprano Peretyatko è protagonista (insieme a Luigi Lo Cascio) dell’appuntamento di Musica Insieme con il ciclo dedicato all’anniversario del 1917 russo e ai poeti dell’epoca Originaria di San Pietroburgo, ha anche appena r
La diva va alla Rivoluzione. La diva è il soprano Olga Peretyatko, e la Rivoluzione è quella scoppiata un secolo fa in Russia e che Musica Insieme celebra con il ciclo «Russia 1917. I cent’anni che hanno cambiato il mondo», lasciandosi guidare per l’appuntamento di stasera — ore 21 e ingresso libero all’Auditorium Unipol di via Stalingrado — dai versi delle liriche di Sergei Esenin e dalle note delle opere di Caikovskij, Sviridov e Rachmaninov.
Sul palco si ritroveranno l’attore Luigi Lo Cascio e il pianista Alexander Romanovsky, oltre al celebre soprano originario di San Pietroburgo, ad intrecciare letture poetiche, brani alla tastiera e musica vocale.
Musica Insieme ha intitolato il ciclo di concerti al 1917. Ma per lei che cosa rappresenta quell’anno tanto lontano?
«Questione che è difficile liquidare in due parole. Mi ha colpito come la ricorrenza della rivoluzione russa non sia stata affatto dimenticata in Italia».
Vorrà dire che la questione sta ancora a cuore…
«In effetti mi sembra stia a cuore a molti, a giudicare dalle tante iniziative. Quel che è successo un secolo fa ha avuto effetti irreversibili. Il 1917 in Russia ha condizionato in maniera inimmaginabile anche il mondo dell’arte. E la scossa della rivoluzione ha toccato tutti. Perfino gli artisti che abbandonarono il Paese hanno continuato a subirne gli effetti. E quegli effetti li hanno subito non meno di quelli che invece sono rimasti».
A cosa pensa in particolare?
« Penso a quell’ inesprimibile di nostalgia per un mondo perduto. È il caso di Rachmaninov di cui propongo alcune liriche per voce e pianoforte su testi di poeti russi dell’Ottocento».
Nel concerto proporrà anche due composizioni che Georgij Sviridov ha scritto sulle poesie di Sergei Esenin.
« Fanno parte di una raccolta che testimonia dell’amore per la poesia russa di questo grande compositore scomparso alla fine del Novecento. Esenin è un poeta morto giovanissimo, qualche anno dopo lo scoppio della rivoluzione. Da parte mia sono felice quando mi si offre l’occasione di cantare la musica vocale da camera del mio Paese. E non mancherebbero certo i capolavori. In Russia le liriche di Rachmaninov sono molto popolari, ma all’estero molto meno».
Alla musica russa ha voluto dedicare l’ultimo disco appena uscito per Sony.
«Qui c’è una carrellata attraverso due secoli di teatro musicale, da Glinka a Sostakovic, passando per Le Rossignol di Stravinskij. Nel disco ci sono opere e compositori che prediligo e che hanno segnato la mia carriera in questi anni, come la Sposa dello zar che ho cantato alla Scala».
Perché intitolarlo «Russian Light»?
«Perché in Russia la luce è un fenomeno molto particolare. Se ne percepisce la profondità, la preziosità. E per la mia immagine in copertina ho voluto citare il celebre quadro di Michail Vrubel, dove il pittore ha ritratto la moglie nelle vesti della Principessa Cigno, la protagonista della Fiaba dello Zar Saltan di Rimski- Korsakov. Un trionfo di bianco, con cui rendere quell’idea della luce che in Russia si riflette anche
Tutti hanno subito gli effetti della Rivoluzione Anche gli artisti, compresi quelli che hanno lasciato il Paese Penso a quella nostalgia di un mondo perduto
nella poesia e nella musica».
Cosa le aspetta dopo il 2017?
«Tra le altre cose, un ritorno al Metropolitan di New York con Lucia di Lammermoor e un debutto a Monte Carlo con Les contes d’Hofmann di Offenbach. Sto anche pensando anche al mio prossimo album». Ha già scelto un tema? «Sono ancora indecisa. Magari sarà un disco dedicato alla musica francese, a cui mi sto avvicinando sempre più. Oppure un album che potrebbe intitolarsi «Mozart e il suo tempo». E quindi arie mozartiane ma anche di musicisti suoi contemporanei».
A proposito di Mozart, a Bologna si avvicina anche il suo incontro con «Don Giovanni…»
«Infatti è il mio debutto per la fine stagione 2018».
Al Teatro Comunale di Bologna e con suo marito Michele Mariotti sul podio.
«Era da parecchio tempo che con Michele non ci trovavamo insieme a lavorare in teatro. Eppure è proprio a teatro, con Rossini, che ci siamo conosciuti. Per cui, in ogni caso, lo considero un appuntamento importante per tutti e due».
Io e mio marito Michele Mariotti ci ritroveremo sul palco del Comunale con «Don Giovanni» È a teatro che ci siamo incontrati È un’opera importante per entrambi