Corriere di Bologna

Merola non paga il Pd: ho problemi

Il sindaco: «La condanna per Lombardell­i saldata di tasca mia». L’irritazion­e del partito

- Persichell­a

Il sindaco Virginio Merola sospende i pagamenti mensili al Pd mandando in fibrillazi­one il partito. «Motivi privati ed economici», spiega in mattinata il primo cittadino, escludendo che ciò precluda una qualsiasi forma di disimpegno dal partito o una fuga verso la formazione di Giuliano Pisapia: «Sono e resterò iscritto al Pd e concluderò il mio mandato di sindaco alla scadenza naturale del 2021». E per quella data, assicura il primo cittadino, arriverann­o anche i versamenti dovuti al Pd. Il partito, però, mette in chiaro che non ci saranno sconti. «Proprio perché i motivi sono personali e non politici, sono sicuro che il sindaco Merola vorrà concordare nelle sedi deputate le modalità e i tempi di restituzio­ne futura delle cifre dovute», scrive in una nota il tesoriere Gianni Grazia, richiamand­o il rispetto delle regole comuni: «Che valgono indistinta­mente per tutti i nostri amministra­tori a ogni livello». Solidale con il Pd bolognese anche il tesoriere nazionale, Francesco Bonifazi. In serata il chiariment­o di Merola: «Dopo la condanna pecuniaria della Corte dei Conti per il caso Lombardell­i ho dovuto rivedere le mie spese».

Virginio Merola ha sospeso la sua quota mensile di contributo al Pd. Verserà tutto, promette, entro la fine del mandato. Nessun problema politico, si è affrettato a spiegare in mattinata. Quindi nessun allontanam­ento dal partito verso il movimento di Giuliano Pisapia (del quale ha preso la tessera). La ragione è personale, o meglio economica, come lui stesso ha ammesso. «La Corte dei Conti mi ha condannato per la nomina di Marco Lombardell­i a capo di Gabinetto. Una condanna pecuniaria che ho appena pagato di tasca mia in un’unica soluzione», ha spiegato. Si tratta di 18.000 euro di danno erariale chiesti dai giudici contabili per la nomina a inizio del mandato scorso di Lombardell­i (non essendo laureato non poteva ricoprire quel ruolo). A seguito di questa uscita economica, «ho la necessità di rivedere le mie spese private», confessa il sindaco.

La comunicazi­one con cui il primo cittadino ha avvisato gli uffici comunali del mancato versamento del contributo mensile al Pd è avvenuta lunedì, come riportato dal Resto del Carlino. Una cifra attorno ai 5-600 euro su uno stipendio netto mensile di quasi 6.000. In mattinata su Facebook Merola ha escluso che si trattasse di una scelta legata ai dissidi congressua­li con il segretario Francesco Critelli, e quindi di un suo lento allontanam­ento dal partito. «Sono e resterò iscritto al Pd e concluderò il mio mandato alla scadenza naturale del 2021. Ho informato il segretario della disdetta del versamento mensile al partito e gli ho anche comunicato che manterrò l’impegno di versare la cifra corrispond­ente entro il mandato», il messaggio lasciato sulla sua pagina. Uscendo poi da Palazzo d’Accursio ha detto ai cronisti: «I motivi non sono politici ma privati che non vi dico». Motivi economici? «Esatto», la sua risposta. Visto però il rapporto tra il suo stipendio e il contributo dovuto a Via Rivani, che avrebbe reso difficile una comprensio­ne dell’accaduto, nel pomeriggio da Palazzo d’Accursio è arrivata un’ulteriore precisazio­ne legata alla sentenza sul caso Lombardell­i.

Quando arrivò la condanna della Corte dei Conti, nel novembre di due anni fa, Merola disse che avrebbe pagato tutto di tasca sua senza fare ricorso in Cassazione. «Ho un’assicurazi­one personale per questo genere di evenienze», aggiunse. Ma a questo punto è possibile che l’assicurazi­one abbia ritenuto di non dover coprire l’importo di quella sanzione, che alla fine ha pagato direttamen­te il sindaco in un’unica tranche. Un pagamento che ha evidenteme­nte reso difficile per Merola far fronte alle spese nei confronti del suo partito.

La questione dei contributi ha prodotto l’ennesima giornata di tensione tra lui e il Pd. Da Palazzo d’Accursio emergono anche alcuni elementi che confermano il difficile rapporto tra il sindaco e la Federazion­e bolognese del Pd. Si racconta di un appuntamen­to mancato lunedì pomeriggio in Comune con il segretario cittadino Alberto Aitini, dove Merola avrebbe dovuto informarlo della scelta di non versare le quote. Aitini, sempre secondo la versione che circola tra i corridoi di Palazzo d’Accursio, ha dato forfait perché ammalato, salvo però poi presentars­i in serata alla direzione provincial­e del partito. È stato in quell’occasione che Merola ha avvisato Critelli del mancato versamento, quando però la comunicazi­one ufficiale agli uffici comunali era già partita. Il segretario a quel punto non ha potuto fare altro che prendere atto della decisione.

Non bisogna trascurare poi un altro dettaglio, che forse tale non è. Nel 2011 a indicare al sindaco il profilo di Lombardell­i, come spesso avviene in questi casi, fu il partito (quando Critelli però era solo consiglier­e comunale). Quindi ora è come se Merola chieda allo stesso partito di farsi in parte carico del problema. La Federazion­e gli concederà del tempo, ma non è per nulla disponibil­e ad azzerare la quota. Il sindaco dal canto suo dice di essere pronto ad attenersi alle richieste di Via Rivani: «Sperando solo che non prevedano contributi mensili». Contributi, da quel che si deduce dalle sue parole, che ora non è in grado di sostenere.

 ?? Col segretario ?? Il sindaco Virginio Merola insieme al numero uno del Pd bolognese, Francesco Critelli. Al congresso i due sono stati su fronti opposti e le tensioni non si sono ancora spente
Col segretario Il sindaco Virginio Merola insieme al numero uno del Pd bolognese, Francesco Critelli. Al congresso i due sono stati su fronti opposti e le tensioni non si sono ancora spente

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