Il rombo terapeutico del Salvemini
Motor Show, la speciale terapia del campione Oddera per 18 studenti disabili del Salvemini
Due ruote, un motore e un rombo forte e liberatorio: è la mototerapia. Una speciale terapia per ragazzini disabili inventata dal campione di freestyle Vanni Oddera. A Bologna l’hanno potuta provare, al Motor Show, diciotto studenti disabili dell’istituto Salvemini. Ed è stato un successo. I ragazzi sono saliti in sella alla moto da cross con Oddera, divertendosi, provando un brivido nuovo e scordandosi per un po’ delle loro difficoltà.
Una moto può abbattere i muri della disabilità, saltare in freestyle le differenze con un’ardita capriola all’indietro, proprio come quelle che ieri al Motor Show ha fatto il campione di motocross Vanni Oddera insieme alla sua crew in una speciale terapia. Stiamo parlando della mototerapia, alla quale hanno preso parte anche 30 ragazzi, di cui 18 disabili gravi, dell’istituto tecnico commerciale Salvemini di Casalecchio.
Antonio accompagna Francesco, entrambi hanno 17 anni, pochi minuti prima del rombo dei motori l’atmosfera è di grande attesa: «Sono molto eccitati dall’idea, a prescindere dagli handicap che hanno è comunque per tutti loro un’esperienza nuova», spiega. Ed è proprio questo il motivo che ha spinto Oddera a dedicarsi alla mototerapia: «Andare in moto è una delle poche espressioni di libertà che rimangono al giorno d’oggi. Io la provo spesso, quasi ogni giorno e il mio intento è di farlo provare anche a chi non potrebbe farlo mai nella vita». Tra i ragazzi in trepidante attesa c’è anche Ruben, non vedente dalla nascita: «Mio padre mi portava sempre in moto da piccolo, oggi sentirò di nuovo la sensazione di ebbrezza di allora». E poi continua Rubens: «A scuola i tempi sono stretti per parlare, giornate come queste servono per conoscersi e sono un’occasione di arricchimento in un tempo diverso». Raul è il compagno che Ruben ha scelto per la giornata di oggi, una scelta a dir poco azzeccata: Raul è infatti un grande esperto di moto, lavora come meccanico, ha la patente e va spesso in moto. Quando lo spettacolo in pista si accende, Raul descrive a Ruben tutto ciò che accade e non perde occasione per dargli succulenti dettagli tecnici: «Senti? Quella moto ha lo scarico modificato». Ruben al di fuori della scuola pratica arrampicata e non teme di salire in sella alla moto di Oddera, ma a differenza sua, come spiega la vicepreside del Salvemini, Maria Ghiddi, «i ragazzi con disabilità gravi non hanno molte occasioni di vivere situazioni al di fuori del loro contesto familiare o scolastico e questo è un contesto particolare perché permette di vivere l’ebrezza della moto e della velocità e di farlo insieme ai compagni». E il Salvemini, come ricorda Ghiddi, è «la scuola con i casi più gravi della provincia», sessanta in tutto i disabili certificati.
Lo spettacolo infiamma la platea i motociclisti saltano sulla rampa in un vortice di acrobazie: salto con sforbiciata, in verticale sulla moto, salto mortale e poi giù dalla rampa a raccogliere le ovazioni e a battere il cinque a tutti i ragazzi disabili e non. Poi arriva il momento di salire in sella alle moto da cross. All’inizio qualcuno ha paura, come Elisa, ma alla fine tutti si convincono a fare un giro sulla due ruote. Matteo, 15 anni, scende dalla moto: «È stato bello, non ho pensato a niente, ho pensato solo ad andare». Anche Luca Minghetti, 16 anni, ha lasciato la carrozzina a bordo pista e una volta salito in sella ha fatto ben tre impennate insieme al suo motociclista. «A casa di mio padre ho un quad e quando posso ci vado, ma la moto è molto meglio!», sorride eccitato. Anche la vicepreside Ghiddi è soddisfatta: «Non ho parole, molti di loro hanno psicosi severe e la cosa che mi ha veramente meravigliato è come abbiano retto al rumore. A volte basta solo alzare il tono di voce perché alcuni vanno in tilt». Potere della moto, anzi della mototerapia.
La vicepreside Molti hanno psicosi severe invece qui il rumore non ha creato loro alcun problema, anzi