Saputo: «Restyling o nuovo stadio»
Il chairman nel negozio rossoblù festeggia la classifica. «Per crescere servono più ricavi»
«Per crescere servono più ricavi, il restyling del Dall’Ara o un nuovo stadio, e altre cose come biglietteria, merchandising, diritti tv». Il punto di Joey Saputo arriva in occasione della presentazione della terza maglia, ma non sfugge quel passaggio sul «nuovo stadio».
Lapsus? Il Bologna e Seci proseguono il loro processo di reperimento di partner per il progetto, ma ancora per alcune settimane non sono attese novità. E la classifica? Saputo è felice: «Speriamo resti così».
«Il restyling del Dall’Ara è assolutamente il nostro obbiettivo, è sempre quello sì, rifarlo meglio di come è adesso: non è cambiato nulla, speriamo ci siano delle notizie positive fra poco». Queste le prime rassicuranti parole di Joey Saputo spese ieri in Galleria Cavour, alla fine della sua intensa quattro giorni bolognese.
Molto più spiazzanti sono state le seconde, «la vera crescita del Bologna ci sarà sia col restyling del Dall’Ara o nuovo stadio, però è chiaro che dobbiamo anche aumentare i ricavi con i diritti televisivi, dai biglietti e dal merchandising», risponde il chairman. Frase che concettualmente non fa una piega ci sono però tre paroline che fanno suonare un campanello d’allarme: «…o nuovo stadio». Una precisazione o aggiunta che stride con quanto affermato pochi secondi prima (e anche in tutti questi mesi che ci siamo lasciati alle spalle) e che di fatto ci dice come non sia mai stato spazzato via dal tavolo progettuale un «piano B» di nuovo impianto cittadino. Un fascicolo magari non sviluppato, ma che in caso di insormontabili difficoltà a mettere mano sul Dall’Ara è sempre possibile aprire, magari incassando un «no», dall’amministrazione.
Del resto il tema dell’impianto nuovo, in questi due anni non solo non è mai preso in considerazione dal sindaco, ma anzi è sempre stato respinto. Ecco perché sono spiazzanti quelle tre parole. I continui slittamenti temporali del progetto di ammodernamento, con tanto di aree compensative problematiche e piene di irrigidimenti, Cierrebì e Prati di Caprara, concedono un minimo di veridicità o possibilità alle parole di Saputo.
Al tempo stesso va anche detto che l’italiano di Joey Saputo non è affatto male, ma di certo è distante dall’Accademia della Crusca, e quindi può inciampare in qualche pausa o sottinteso o utilizzo di una parola per un’altra, rischiando perciò di essere frainteso. La concitazione temporale della micro conferenza, appena due minuti, di certo non aiuta il presidente a farsi intendere, a precisare, a rettificare. Oppure semplicemente Saputo è così convinto di restare a Bologna per tanti anni che la sua volontà di dare una «casa» degna e moderna al suo club ci sarà anche in caso di naufragio (tutto è possibile) del progetto di «ammodernamento». Quindi esperendo nuove strade ovvero uno stadio ex novo.
Abbandonando questo giallo linguistico-edilizio, va detto che se il Comune fa presente che è ancora in attesa del progetto (tecnico-finanziario) da parte dei proponenti, questi ultimi ribadiscono che stanno lavorando e che tutto procede. «Ci vuole tempo, l’intervento è importante, non è semplice trovare investitori per 200 milioni», spiega l’ad rossoblù Claudio Fenucci. Duecento perché se lo stadio costa sui 60/70, il resto serve per sviluppare gli altri progetti (che frutteranno al Bfc circa 20 milioni) in particolare quello dei Prati di Caprara, dove pare si debbano solo chiudere gli accordi con i partner stranieri. Intanto, altro ritardo o disguido, si attendono i preventivi sull’antisismica relativa alle strutture del vecchio impianto. Il Bologna e il suo partner principale Seci, comunque, continuano a lavorare insieme per concordare l’iter migliore e condividere i passaggi. Stamattina era previsto un incontro importante proprio con Saputo, ma il chairman deve ripartire prima del previsto e l’appuntamento è stato spostato.
Il tutto al netto della soddisfazione di Saputo per il 7° posto, «speriamo sia così anche alla fine» e di Donadoni, «per adesso è l’uomo giusto de nostro progetto»